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Vino: biologico allunga passo, Lombardia triplica vigneti, 61% a Brescia

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Milano, 10 apr. (AdnKronos) – Il vino biologico allunga il passo. In Lombardia – secondo un’analisi della Coldiretti regionale in occasione di Vinitaly 2017 – le superfici dedicate ai vigneti ‘organic’ sono salite a 2.570 ettari, quasi tre volte in più rispetto a quelle di dieci anni fa, con un’incidenza del 15% sul totale delle aree dedicate alle produzioni di alta qualità Docg, Doc e Igt. “Il settore del vino in Lombardia – spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia – coinvolge oltre tremila imprese e più di novemila addetti, ai quali vanno aggiunti quelli che lavorano nell’indotto e gli stagionali. Però il vino lombardo, con i suoi 150 milioni di bottiglie, non ha solo una dimensione economica, ma ha anche un valore culturale di legame con i territori, le tradizioni, le famiglie, l’arte e la storia”.
Per quanto riguarda la mappa dei vigneti bio o in conversione al bio il 61% è concentrato in provincia di Brescia con 1.581 ettari, il 32% in provincia di Pavia con 829 ettari e il resto fra Bergamo (71 ettari), Mantova (43 ettari), Sondrio (26 ettari), Lecco (11 ettari) e Milano (10 ettari).A La Valletta Brianza, in provincia di Lecco, Claudia Crippa, 41 anni, da oltre 20 coltiva 11 ettari a vigneto bio. “Siamo in una zona di grande pregio naturalistico e ci sembrava giusto, da sempre, procedere in questo modo. Produciamo sia bianchi che rossi, fermi, dal riesling al Merlot, per un totale di 45mila bottiglie. Il 10% circa lo esportiamo negli Stati Uniti e in Belgio, poi vendiamo anche in agriturismo e, per la maggior parte, nelle enoteche”.
Enrico Cordini, titolare dell’omonima azienda vitivinicola di Zenevredo, sulle colline dell’Oltrepò Pavese, spiega: “Abbiamo iniziato qualche anno fa a seguire il metodo di coltivazione biologico e da due anni siamo certificati. Oggi coltiviamo 5 ettari di vigneto bio, producendo circa 10mila bottiglie all’anno di Pinot Nero vinificato in bianco e di Bonarda”. E’ un settore “che richiede tanti sacrifici e grande attenzione, ma a cui rispondono bene sia il mercato italiano sia quello estero. La nostra è una piccola azienda famigliare, all’export stiamo iniziando ad affacciarci ora. Fondamentale è la qualità del prodotto: quando c’è quella, il biologico diventa qualcosa in più, che ti permette di valorizzare ancora meglio le tue etichette”.