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Aids: Milano aprirà il Checkpoint, informazioni e test Hiv fuori da ospedale

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Milano, 27 nov. (AdnKronos Salute) – Li chiamano Checkpoint e anche Milano ne avrà uno. Un centro ‘community based’ nel cuore della città, dove si fa informazione sull’Hiv e si può accedere gratuitamente ai test in un contesto diverso dall’ospedale. Interamente gestito dalle associazioni di pazienti – Anlaids, Asa, Cig Arcigay, Lila e Nps – con il supporto di Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) Lombardia, la sua apertura è attesa a breve. Il progetto, illustrato oggi a margine dell’incontro dedicato a medici specialisti ‘Int Their Voices’, nasce nell’ambito del protocollo ‘Fast Track Cities’.
Milano è infatti la prima città italiana ad aver deciso di entrare a far parte dell’iniziativa mondiale lanciata nel 2014 dalla Iapac, International Association of Providers of Aids Care, per promuovere l’impegno delle realtà aderenti su alcuni obiettivi, sognando la meta ‘zero nuove infezioni’. Nella rete figurano diverse metropoli europee, da Atene ad Amsterdam, da Berlino a Parigi (proprio dalla capitale francese era stato lanciato il progetto). L’annuncio dell’adesione di Milano era arrivato a ottobre 2017 nel corso della 16esima European Aids Conference dell’Eacs (European Aids Clinical Society) che si era tenuta allora nel capoluogo lombardo.
E già in quell’occasione si era parlato della volontà di dar vita, fra le varie iniziative, al primo checkpoint meneghino, un centro come quelli già attivi per esempio a Bologna in Italia o a Barcellona in Spagna, gestito appunto dalle associazioni. La sede è stata prevista all’interno della Casa dei diritti di via de Amicis. “Abbiamo lavorato per diversi mesi – fa il punto Massimo Cernuschi, presidente di Asa (Associazione solidarietà Aids), una delle realtà coinvolte nella nascita della strutttura – per quello che vorremmo rappresentasse un punto di riferimento importante per persone della comunità Lgbt e per tutta la popolazione, per fare informazione, prevenzione e screening non solo per l’Hiv, ma per tutte le malattie sessualmente trasmissibili”.