Home Nazionale Alimenti: ogni giorno in pattumiera 1 etto di cibo a testa, 250 euro l’anno

Alimenti: ogni giorno in pattumiera 1 etto di cibo a testa, 250 euro l’anno

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Roma, 1 feb. (AdnKronos Salute) – Ogni giorno in pattumiera, tra ciò che resta nel piatto, in frigo o dispensa, finiscono 100 grammi di cibo a testa. Un etto: una quota che, moltiplicata per 365 giorni, porta a 36,92 chili di alimenti l’anno, per un costo di 250 euro. Lo hanno rilevato i ‘Diari di famiglia dello spreco’, eseguiti con un’annotazione quali-quantitativa da parte di 400 famiglie di tutta Italia. Per una settimana, sotto il coordinamento di Claudia Giordano, ricercatrice dell’università di Bologna, hanno preso nota del cibo gettato, della tipologia e delle cause che hanno determinato lo spreco.
E’ la prima volta che arrivano i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, integrati da rilevazioni nella grande distribuzione e nelle mense scolastiche. Gli innovativi monitoraggi – condott anche su campioni significativi di scuole, iper e supermercati italiani – sono stati realizzati dal progetto Reduce del ministero dell’Ambiente con l’università̀ di Bologna-Distal, e il partenariato dell’università della Tuscia-Deim, del Politecnico di Milano-Dica e dell’Università di Udine-Deis.
Nell’ambito della campagna ‘Spreco Zero’ di Last Minute Market, e in vista della quinta Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare del 5 febbraio, hanno illustrato i dati oggi al Maxxi di Roma il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Barbara Degani con i promotori dell’iniziativa: Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero, e Luca Falasconi, coordinatore del progetto Reduce/60 SeiZero del ministero dell’Ambiente. Reduce ha accertato che ogni famiglia getta 84,9 kg di cibo nel corso dell’anno: a livello nazionale significa sprecare circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in un anno, per un costo di 8,5 miliardi euro, circa lo 0,6% del Pil. La famiglia media spreca circa 1,5 kg di cibo ogni settimana e soprattutto a cena, quando si spreca in media una volta e mezzo più che a pranzo.
Guida la classifica dei cibi gettati la verdura, che ciascuno di noi sperpera ogni giorno in media per quasi 20 grammi, pari al 25,6% dello spreco totale giornaliero (in un anno significa sprecare 7,1 kg di verdure). Subito dopo vengono latte e latticini con 13,16 grammi al giorno, pari al 17,6% dello spreco totale quotidiano, per 4,8 kg all’anno. A seguire la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g). Le cause? Aver raggiunto o superato la data di scadenza o aver lasciato andare a male gli alimenti nel 46% dei casi, e aver gettato il cibo non gradito (26%).
“Quello della lotta allo spreco è un caso che porto come fiore all’occhiello del mio mandato al ministero dell’Ambiente – dichiara Degani – Abbiamo iniziato con Expo a occuparcene e la sinergia tra Reduce e il Premio ‘Vivere a Spreco Zero’ ha prodotto ottimi risultati. Le stime del 2015 evidenziavano come si sprecassero 63 kg di cibo a testa. I dati emersi dal progetto Reduce indicano come vi sia un calo dello spreco a livello domestico, e le indagini fatte con i Diari di famiglia ci hanno dimostrato come lo spreco nel 2017 si sia attestato sui 37 kg pro capite. Questo sta a dimostrare che una corretta campagna di sensibilizzazione, concertata tra istituzioni come in questo caso ministero, Parlamento e università, possa produrre grandi risultati”.
“Oggi i primi test sullo spreco reale e non stimato dimostrano che la sensibilizzazione si tocca con mano: lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all’ultimo Rapporto Waste Watcher 2016 – osserva Segrè – Bilancia e taccuino alla mano, gli italiani sprecano circa 37 kg di cibo all’anno contro gli 84 kg del dato precedente, con un risparmio di 110 euro in 365 giorni. Adesso è il momento di rilanciare su due proposte chiave: l’inserimento dell’educazione alimentare come materia di studio dalle scuole primarie, e la richiesta di una normativa comune europea da promuovere anche attraverso l’Anno europeo dedicato alla prevenzione dello spreco alimentare”.
“Per la prima volta – dice Falasconi – siamo riusciti a tracciare la fotografia reale del rapporto che gli italiani hanno con il cibo. Emerge quanto potere possa esercitare ciascun consumatore nella prevenzione dello spreco alimentare: sia quando acquistiamo che quando prepariamo e consumiamo il cibo a casa o in mensa. E’ incredibile ma vero: non è necessario compiere rinunce per dare il proprio contributo. Dobbiamo solo accrescere la nostra familiarità rispetto al cibo: conoscerlo meglio ci insegna a non sprecare e a nutrirci in modo più sano e rispettoso dell’ambiente nel quale viviamo”.