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Ambiente: mare al limite, acquistare il pesce giusto fa la differenza

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Roma, 16 ott. – (AdnKronos Salute) – Mare: risorse al limite. Tre miliardi di persone nel mondo consumano pesce, con il risultato che il 33% degli stock ittici mondiali è sfruttato in eccesso e più del 60% è sfruttato al massimo delle sue capacità. Una situazione peggiorata dagli effetti del cambiamento climatico globale sui mari del mondo che aggiunge problemi quali acidificazione, riscaldamento delle acque, aumento del livello del mare. La differenza può farla un consumo consapevole. Insomma, fare la spesa giusta può contribuire a ribaltare la situazione.
Basta pensare che l’Europa è il più grande mercato ittico del mondo: il 60% di pesce e molluschi nei banchi frigo o nelle pescherie è di importazione e più della metà di questo proviene da Paesi in via di sviluppo. Il Mediterraneo non preoccupa meno: decenni di cattiva gestione e sfruttamento hanno pesantemente impoverito le sue risorse marine, fino al punto che oggi più dell’80% degli stock monitorati risulta sovrasfruttato.
Ma come acquistare sostenibile, sia nella grande distribuzione che nelle pescherie locali? A fornire i consigli è il Wwf attraverso la guida online pescesostenibile.wwf.it prodotta nell’ambito del progetto Fish Forward.
Nel caso della gdo, la scelta di prodotti ittici provenienti dall’estero va indirizzata verso prodotti certificati Msc (che sta per ‘Marine Stewardship Council’ ed è l’ecolabel che certifica il pesce pescato secondo criteri di sostenibilità) o Asc (Aquaculture Stewardship Council, l’ecolabel che certifica il pesce allevato secondo criteri di sostenibilità).
Al banco del fresco è importante scegliere prodotti provenienti da pesca locale, che siano superiori a certe dimensioni e orientarsi sulla scelta delle specie meno conosciute (pesce povero), ma buone da mangiare. Gli stock di queste specie infatti sono spesso in condizioni migliori.
Con una nuova campagna il Wwf vuole sottolineare il legame tra pesca insostenibile e sicurezza alimentare ed economica di milioni persone nel mondo: pescatori, trasformatori, inscatolatori, così come tutti colori che dipendono dal pesce come risorsa di nutrimento.
Per quanto riguarda il Mediterraneo, l’impoverimento delle sue risorse si traduce in un’enorme minaccia per quei pescatori artigianali che pescano seguendo le regole e per le comunità costiere locali in generale. La flotta di pesca artigianale rappresenta infatti l’84% del totale: si tratta di attività di origine familiare e attorno a questo settore vivono intere comunità e paesi.
“Lo sfruttamento degli oceani – dichiara Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia – mette a rischio la sopravvivenza di buona parte dell’umanità, non solo la sicurezza di circa un miliardo di persone che dipendono, direttamente o indirettamente dalle risorse ittiche come fonte di cibo e di reddito, comunità che vivono soprattutto in Paesi in via di sviluppo. I mari e gli oceani ricoprono gran parte del nostro pianeta, alterarne gli equilibri ecosistemici potrebbe provocare danni irreversibili. Nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione la parola d’ordine è consapevolezza ed educazione ai consumi.”