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Arezzo superlativo, sconfitto il Livorno

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Arezzo superlativo, sconfitto il Livorno

La partita perfetta esiste. Ed oggi l’ha giocata l’Arezzo. Perfetto in ogni reparto, in ogni momento della gara. Così perfetto da aver fatto perdere, letteralmente, la testa all’ex capolista. Il Livorno si presenta ad Arezzo già da ex in quanto nel recupero giocato alle 14.30 il Siena vince in trasferta contro la Pro Piacenza e supra i labronici. I padroni di casa tornano davanti al loro pubblico, numeroso nonostante la giornata lavorativa, dopo la vittoria ottenuta in trasferta (come i senesi contro la Pro Piacenza). Pavanel ripresenta lo stesso undici iniziale dell’ultima gara ma con la difesa schierata a 4 anziché a tre come nelle ultime gare. Questo per meglio contrastare l’attacco a tre punte proposto da Luciano Foschi. La gara parte subito su buoni ritmi e ad una azione dei padroni di casa rispondono subito gli ospiti. Per l’Arezzo sembra però un’ulteriore giornata sfortunata. Infatti in due occasioni si presenta la possibilità del tiro in porta da ottima posizione ed entrambe le volte l’occasione vine malamente sprecata. Nonostante la buona tecnica e dei buoni fraseggi gli ospiti non sono mai pericolosi se si eccettua una rete annullata per posizione di fuori gioco nata da una punizione e che aveva trovato la difesa amaranto, unica volta, impreparata.

Poi al 24’ la svolta. Luciani lavora un buon pallone sulla fascia di destra per poi metterlo in area dove un primo tiro è respinto corto da Mazzoni con palla che termina a Cutolo. Il n° 10 aretino ha tutto il tempo per fermare la palla, mirare l’angolo sguarnito e tirare. E’ il goal del vantaggio. Lo stadio esplode in un boato che libera da mesi di tensioni extra sportive tutti i presenti. Da questo momento il Livorno esce, piano piano, di scena. Nessuna azione degna di nota di qui al termine del primo tempo per gli ospiti con l’Arezzo che controlla bene la gara. Nella ripresa Foschi si gioca subito la carta Maiorino (tenuto prudentemente a riposo) ed il Livorno parte, o meglio prova a partire, subito forte. L’Arezzo però è attento e non si fa sorprendere ed anche quando, in due occasioni, la difesa non risponde al meglio nessun giocatore ospite si fa trovare pronto per sfruttare l’occasione tanto che in 90’ Perisan non è mai stato chiamato ad interventi fuori dell’ordinaria amministrazione. Passano i minuti e nulla costruiscono i livornesi che, vedendo svanire la testa della classifica, decidono di staccare la spina anche alla propria. Tanto è vero che gli ospiti termineranno la gara con ben 6 espulsi (di cui 4 componenti della panchina). Prima è infatti un componente della panchina ad essere allontanato dall’arbitro poi, al 22’ della ripresa, viene espulso Mendes e, insieme a lui ben tre addetti che sedevano in panchina. Al 35’ il Livorno rimane in 9 causa espulsione di Franco. Le possibilità di un improbabile pareggio sono a questo punto poste solo su un eventuale colpo di fortuna. Ma l’Arezzo, forte della superiorità numerica e di una giornata di grazia in tutti i suoi uomini, nulle concede ma, anzi, riesce ancora a sprecare un paio di ottime occasione mentre su una terza Mazzoni fa una gran parata.

Termina con Pavanel che, al fischio finale, parte come nemmeno Mennea in occasione della medaglia d’oro a Mosca, corre sotto la tribuna braccia al cielo come non lo si era mai visto e arriva sotto la Minghelli a prendersi il tributo di tutto lo stadio ma anche a ricambiare i sostenitori amaranto che mai hanno lasciato sola la squadra. Poi sono i giocatori ad andare tutti assieme a prendersi un lunghissimo applauso. Finalmente, dopo tanti mesi, si esce dallo stadio pensando solo a quello che è successo in campo. Nessun pensiero a vicende societarie (a cui però dovremo giocoforza tornare presto a pensare) solo calcio, derby e vittoria. In conferenza stampa Massimo Pavanel ha voluto sottolineare come questa vittoria, seppure importante sia un passaggio verso due gare che invece ritiene fondamentali e cioè quella di sabato a Cuneo e l’altra sfida con il Prato.

Foschi ha invece, giustamente aggiungiamo noi, ricordato che l’Arezzo ha un organico ed un gioco con i quali, al netto di tutte le vicissitudini societarie, oggi poteva trovarsi a lottare nelle alte sfere proprio con Livorno, Siena e Pisa.

Ancora una volta l’ultimo pensiero va agli ex dirigenti e proprietari dell’Arezzo. A coloro che hanno portato al fallimento la società e fatto prendere penalizzazioni per mancati pagamenti che hanno stravolto il campionato. Oggi Arezzo ha dato un’ulteriore prova di ciò che sia, dell’attaccamento e del rapporto che la città ha con propria squadra di calcio. Al termine della gara l’esultanza era paragonabile alla vittoria in campionato. Ma forse non era solo gioia per il risultato, per una vittoria in un derby da sempre vissuto intensamente. No, c’era qualche cosa di più. C’era la voglia di buttarsi alle spalle tutto quello che di negativo si è vissuto in questi mesi. La paura (questa si vera) di non farcela, di dover abbandonare tutto. Arezzo c’è ed è con la SUA squadra.