Home Nazionale Caporalato: Caselli, finire buona legge, non confondere con immigrati e mafia

Caporalato: Caselli, finire buona legge, non confondere con immigrati e mafia

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Milano, 8 ago. (AdnKronos) – La legge sul caporalato è una “buona legge” e più che cambiarla il nuovo governo “dovrebbe pensare di applicarla nella sua totalità” per combattere “non un problema emergenziale, ma un tema strutturale che riguarda un pezzo della nostra economia, di cui bisogna occuparsi non in modo effimero e, non solo, quando ci sono 16 morti”. Lo afferma all’Adnkronos Gian Carlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti.
“La legge sul caporalato è una buona legge, una scelta di civiltà, un passo in avanti che ha consentito in questo primo anno oltre 70 arresti. Non ha ancora stata attuata la parte preventiva, riguardo alle misure su collocamento e trasporti, ed è questa che bisogna applicare. La cosa giusta è andare avanti e non tornare indietro svuotando la legge dei suoi contenuti innovativi”, aggiunge l’ex procuratore. “Ora, dopo i due episodi di Foggia, tutti parlano di caporalato ma non bisogna confonderlo con immigrazione e mafia, altrimenti si finisce fuori strada nel senso che si tratta di fenomeni diversi anche se contigui”, evidenzia Caselli che replica a distanza alle parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Il caporalato, ad esempio, sfrutta il sistema delle aste ‘al doppio ribasso’: “la grande distribuzione chiede alle aziende fornitrici del pomodoro di presentare offerte di vendita; raccolte le proposte, viene indetta via Internet, una seconda gara al ribasso. Si aggiudica la commessa chi offre di meno, il produttore si rifarà pagando il meno possibile gli agricoltori che a loro volta si rivarranno con paghe da fame alla manodopera. Ecco il caporalato, un effetto a cascata dove a rimetterci sono gli anelli più deboli della catena”, chiosa Caselli.