Home Nazionale Carburanti: Faib, fuga grandi marchi mette in crisi rete, chiusi 4.000 impianti

Carburanti: Faib, fuga grandi marchi mette in crisi rete, chiusi 4.000 impianti

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Roma, 23 ott. (AdnKronos) – “L’uscita progressiva dal mercato italiano dei grandi colossi petroliferi ha messo in crisi la rete italiana di distribuzione carburanti”. A lanciare l’allarme è Martino Landi, presidente di Faib Confesercenti, la più grande associazione italiana di gestori carburanti, in occasione dell’assemblea organizzativa dell’associazione.
Negli ultimi 7 anni, spiega Landi, “hanno chiuso circa quattromila pompe colorate. E altri 10mila, quasi la metà della rete, sono già senza contratto o precari, a causa della sistematica violazione delle leggi sull’affidamento degli impianti da parte di chi eredita le reti dei grandi marchi. Una situazione che ha dato vita ad una contrattazione tanto di fantasia quanto illegale, fino al caporalato petrolifero, come dimostra la sentenza contro Petrolifera Adriatica. Bisogna intervenire per riportare ordine nel settore: è a rischio il lavoro di oltre 10mila operatori”.
In occasione dell’assemblea, la Faib ha presentato il Rapporto 2018, che fotografa lo stato della rete di distribuzione carburanti in Italia. E che conferma il processo di disgregazione che ha subito il settore. A partire dalla fuga dei colossi. Tra il 2010 e 2017 i punti vendita colorati, cioè convenzionati con un marchio, sono passati da 21 mila a 16.667, con una riduzione del 21%; sono diminuiti in modo più drastico gli operatori indipendenti che espongono marchi delle compagnie petrolifere (-31% in dieci anni) ma anche gli impianti delle compagnie petrolifere stesse (-17% sempre in dieci anni). Si allarga, invece, la zona grigia delle pompe bianche: dal 2010 l’aumento è del 138%, e da 1.780 unità arrivano a oltre 4 mila. Il 41% dei punti vendita sono stazioni di servizio e anche se in valore assoluto si sono ridotte, il loro peso non è cambiato.

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