Home Nazionale Casa riposo lager per anziani a Trapani, arrestati verso il processo

Casa riposo lager per anziani a Trapani, arrestati verso il processo

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Palermo, 10 mar. (AdnKronos) – Verso la richiesta di rinvio a giudizio delle quattro persone arrestate, lo scorso novembre, con l’accusa di avere maltrattato, picchiato e minacciato diversi anziani, ospiti della casa di riposo ‘Rosanna’ di Castellammare del Golfo (Trapani). La Procura di Trapani, diretta da Alfredo Morvillo, ha concluso le indagini e si appresta a chiedere il processo per Rosanna Galatioto, 48 anni, gestore della casa di cura ‘Rosanna’; Anna Maria Bosco, 46 anni; Antonietta ‘Marianna’ Rizzo, 31 anni e Matteo Cerni di 66 anni. I quattro, tutti ancora in carcere, sono accusati di avere fatto subire agli anziani, angherie e violenze di ogni tipo, tutte registrate dalle telecamere posizionate dai Carabinieri dopo l’avvio dell’inchiesta culminata nei quattro arresti di novembre. Mesi e mesi di registrazione da cui si evincono tutte le violenze e gli abusi. Molto duri i magistrati nell’avviso di conclusione indagini, inviato ai diretti interessati. Gli indagati sono accusati di “avere creato un clima generale di sopraffazione e violenza”, “maltrattando tutti gli ospiti della comunità per anziani” con “una pluralità di azioni vessatorie morali, fisiche e psicologiche”. Gli inquirenti parlano di “minacce, ingiurie, percosse e trattamenti vessatori” commessi nei confronti degli anziani. I pm parlano, ancora, di “schiaffi violenti”, “percosse, calci e pugni violenti” e ancora di “vessazioni sistematiche”.
Non solo, gli indagati avrebbero anche somministrato “dosaggi eccessivi di benzodiazepine e farmaci cortisonici per via orale, in assenza di prescrizione medica” al fine di calmare gli anziani più attivi. Gli arrestati avrebbero agito “con crudeltà”.
Particolarmente duro era stato anche il gip del Tribunale di Trapani che, a novembre, quando i quattro finirono in carcere, scriveva: “è difficile anche solo immaginare trattamenti più disumani e degradanti, che si spingono a forme di deprivazione sensoriale tipiche della vera e propria tortura. Difficile anche credere che degli esseri umani possano essere talmente crudeli e spietati nei confronti di altri esseri umani, per più di inermi per le precarie condizioni di salute e affidati loro per ragioni di salute”. E paragonava la casa di cura a “un lager”. Gli inquirenti evidenziano “l’intrinseca pericolosità degli indagati che hanno agito in modo spregiudicato, violentissimo e senza soluzione ci continuità, nonostante le persone anziane fossero state affidate alle loro cure dai prossimi congiunti”.