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Caso Essure, donne su Fb denunciano effetti collaterali

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Roma, 7 dic. (AdnKronos) – Ritirato dalla Bayer, il sistema di contraccezione permanente Essure fa discutere. Numerose donne denunciano sintomi legati a quel dispositivo anticoncezionale sviluppato dalla Conceptus Inc., un’azienda sussidiaria della Bayer, che l’anno scorso è stato ritirato in Italia. Essure è una procedura mini-invasiva di sterilizzazione femminile che consiste nell’impianto di due micro-inserti che vengono poi ricoperti di tessuto fibrotico, bloccando il passaggio degli spermatozoi all’interno delle tube di falloppio ed impedendo l’inseminazione. Il dispositivo è stato approvato in Europa e negli Stati Uniti d’America nel novembre 2002 ma nel 2017 è stato ritirato dal gruppo farmaceutico tedesco in Italia.
Secondo molte donne che si stanno mobilitando nel mondo, e in particolare in Francia attraverso l’associazione Resist, Essure avrebbe “effetti collaterali”. Il colosso tedesco ha annunciato recentemente che alla fine dell’anno il dispositivo non verrà più commercializzato negli Stati Uniti dopo uno stop analogo in Europa lo scorso anno. In Italia Bayer ha ritirato le sue tecno-spirali dal mercato italiano il 28 settembre 2017 annunciando che avrebbe richiesto il rinnovo della certificazione Ce, già scaduta, per i paesi della Ue. In particolare, il 27 settembre 2017 il ministero della Salute italiano aveva richiesto, in via precauzionale, di procedere al tempestivo richiamo di tutte le unità del dispositivo Essure che erano ancora presenti presso le strutture sanitarie. Il colosso di Leverkusen ha precisato tuttavia che la decisione di ritirare il prodotto è stata presa solo per ragioni commerciali e non è relativa a problemi di sicurezza o qualità.
“In questo momento – spiega all’Adnkronos il presidente di Altroconsumo, l’avvocato Paolo Martinello – stiamo assistendo 33 donne. Abbiamo scritto a Bayer contestando la difettosità del dispositivo e chiedendo un risarcimento danni. Speriamo di poter aprire una trattativa ed evitare un’eventuale causa”.
In Italia, rileva Martinello, “si stima che ci potrebbero essere circa 7mila casi di dispositivi impiantati. Non tutti i pazienti hanno riscontrato problemi o effetti collaterali ma stimiamo che casi problematici potrebbero essere centinaia”. Inoltre, spiega Martinello invitando le donne ad inviare all’associazione dei consumatori eventuali segnalazioni, “contemporaneamente ci stiamo muovendo presso il ministero della Salute. E’ urgente che si attivi per chiedere a Bayer di dare assistenza e in modo da ottenere un’analisi precisa: quanti casi, quanti dispositivi impiantati….”.
Bayer Italia, interpellata dall’Adnkronos, ribadisce che la priorità del gruppo è la tutela della salute. “Noi sosteniamo la salute e la sicurezza dei pazienti. E’ la nostra principale priorità”, spiega un portavoce del gruppo. “Collaboriamo con i medici e con le autorità competenti e invitiamo sempre le persone a rivolgersi ai propri medici e ginecologo”, aggiunge. “L’efficaccia del prodotto – sottolinea – è confermata da numerosi studi. E nel mondo sono stati impiantati circa 200mila dispositivi negli ultimi 20 anni”.
Annabel Zanchetta ha aperto nel 2014 un gruppo su Facebook ‘Essure – Effetti Collaterali e Problemi’ per sostenere le donne che hanno avuto problemi con l’utilizzo del metodo anticoncezionale. “Nel nostro gruppo su Facebook – spiega Zanchetta all’Adnkronos – ci sono 92 donne che dichiarano aver riscontrato dei sintomi mentre altre 22 sostengono di non averne”.
L’ente certificatore irlandese Nsai, racconta Zanchetta, “ad agosto 2017 aveva sospeso la procedura di rinnovo del marchio Ce in attesa di un’ulteriore documentazione da parte della Bayer. Al ministero della Salute italiano ho mandato in quei giorni una mail per chiedere delle spiegazioni. Alla fine la Bayer ha deciso di ritirare il contraccettivo il 28 settembre 2017”. Di sicuro, sottolinea rammaricandosi per la mancata comunicazione ai medici della sospensione del dispositivo, a “una ragazza del nostro gruppo è stata impiantata a settembre 2017”.
A Bayer, rileva Zanchetta, “abbiamo inviato una lettera in cui chiedevamo delle spiegazioni. Per ora non abbiamo avviato nessuna azione legale anche perché sono diverse le storie e i sintomi riscontrati. C’è anche una donna che è rimasta incinta nonostante avesse il dispositivo”.
Spesso, sottolinea Zanchetta, “i sintomi sono spariti nelle donne che hanno rimosso il dispositivo. Io personalmente l’ho avuto da aprile 2014 e ad agosto 2017: inizialmente ho iniziato ad avere forti mal di testa, nausee e vertigini. Poi un dolore al fianco sinistro e poi dolori articolari alle mani, al gomito e alle spalle. Poi ho iniziato ad avere perdite anche durante i rapporti sessuali. Non avevo più forza. Non ho tolto subito il dispositivo perché avevo paura dell’intervento ma poi ho deciso. Durante il mio ciclo mestruale i flussi erano diventati sempre più abbondanti e frequenti. Una volta tolto il dispositivo ho recuperato la mia forza e la libido”.