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Cos’è la flat tax

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Roma, 23 apr. (AdnKronos) – E’ stata il cavallo di battaglia del centrodestra durante l’ultima campagna elettorale e ora, tra dubbi e polemiche sulla sua copertura, la flat tax è tornata al centro del dibattito politico.
DEFINIZIONE – Ideata per la prima volta nel 1956 dall’economista statunitense Milton Friedman, la flat tax è, letteralmente, una “tassa piatta”, ovvero un sistema fiscale non progressivo, basato su un’unica aliquota fissa. La Lega, in particolare, ha elaborato una proposta di flat tax al 15% dal 2019, con 3mila euro di deduzione fissa per ogni componente del nucleo. Una soluzione che andrebbe a sostituire l’attuale imposta sul reddito, basata su aliquote che vanno dal 23 al 43%.
Ciò vuol dire che si pagherà il 15% su tutte le tasse? “No – spiega la Lega – il 15% è solo l’aliquota relativa all’imposta diretta sui redditi delle persone fisiche e delle società. Sono escluse le altre imposte, tasse e tariffe”. E a chi bolla la flat tax come incostituzionale – in quanto non prevederebbe la progressività dell’imposta – la Lega replica sostenendo che il sistema elaborato “prevede comunque 3 scaglioni di reddito a cui viene applicata una deduzione fissa di € 3.000, garantendo così la progressività dell’aliquota sulla base del reddito personale e dei componenti del nucleo famigliare”.
COPERTURA – A suscitare la maggior parte delle polemiche sulla flat tax, però, è soprattutto la presunta mancanza di coperture finanziarie. Per poter applicare la flat tax alle persone fisiche – stima il responsabile economico del Carroccio Armando Siri – servirebbero circa 40miliardi. Tale somma, secondo la Lega, potrebbe essere ottenuta sommando imposte derivanti dall’economia sommersa, maggior incasso Iva, imposte dei nuovi occupati e rottamazione delle cartelle Equitalia. Una proposta che, tuttavia, non ha convinto gli esperti di finanze.
Secondo il direttore generale della Banca di Italia Salvatore Rossi la flat tax è una “misura molto costosa” che potrebbe avere un “impatto potenziale negativo sui conti dello stato”. Sulla stessa linea il presidente Inps, Tito Boeri, che ha dichiarato guerra ai “negazionisti”, ovvero a coloro che “negano di essere in una situazione complessa” tra cui rientra “chi propone la flat tax al 15 per cento con un debito pubblico superiore al 120%”. La flat tax non ha superato nemmeno l’esame dell’ex commissario della spending review Carlo Cottarelli, secondo cui “il taglio delle tasse non fa ridurre il debito e anzi crea il deficit”. “Tagliare le tasse in deficit – ha spiegato Cottarelli – nel caso migliore equivale a prendere una droga con una botta di crescita momentanea di breve termine e un successivo ritorno della crescita al livello precedente o anche uno più basso”.