Home Attualità Dedem: da fototessere al divertimento, Gruppo acquisisce Happy Center Service

Dedem: da fototessere al divertimento, Gruppo acquisisce Happy Center Service

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Roma, 4 dic. (Labitalia) – Il Gruppo Dedem continua a crescere. La società, 100% italiana, un anno e mezzo dopo l’operazione di management buy-out e a qualche mese di distanza dall’acquisizione della società Photo Plus che l’ha consacrata leader nella installazione e gestione di macchine per fototessere, avanza anche nel settore leisure, ovvero nell’ambito della progettazione, realizzazione e gestione di spazi ludici nei centri commerciali (e non solo).
“Il Gruppo Dedem ha appena concluso l’acquisizione dell’azienda Happy Center Service Srl, principale competitor nel settore del divertimento italiano. Happy Center Service Srl, che gestisce spazi ludici per bambini e conta circa 1.800 kiddie rides di cui 1.400 installati in 300 centri commerciali su tutto il territorio nazionale, porterà in dote al Gruppo Dedem ricavi annui per circa 8,5 milioni con un Ebitda di circa 1 milione”, spiega una nota del Gruppo Dedem. A tale passaggio seguirà, da qui al prossimo triennio, un programma di aperture di 12 nuovi ‘Grandi Locali Leisure’, aree dedicate all’entertainment e all’edutainment realizzate all’interno di centri commerciali per il divertimento di bambini e famiglie, allestite con attrazioni di forte impatto scenografico, assolutamente non legate a qualsiasi tipo di vincita in denaro, e con una particolare attenzione riservata agli aspetti scenografici, alle luci e ai suoni.
Un segnale sicuramente in controtendenza, in uno scenario in cui dal 2008 a oggi, falcidiate dalla crisi, almeno 900 aziende italiane sono passate in mani straniere, per un valore complessivo superiore ai 100 miliardi di euro. Dedem, primo e sinora unico operatore in Italia a sviluppare il progetto di locali destinati al divertimento delle famiglie all’interno dei centri commerciali, entro fine 2021 conterà 25 locali. L’operazione, strutturata ed eseguita dal cfo del Gruppo, Paolo Monte, coadiuvato da Studio Monte & Partners e assistito da Filippo Calciano come Advisor finanziario e dallo Studio Lombardi Segni e Associati come Advisor legale, rappresenta un ulteriore passo di avvicinamento all’obiettivo di portare il Gruppo Dedem alla quotazione in borsa nell’arco dei prossimi 3 anni.
L’operazione è stata possibile grazie a un finanziamento a medio termine erogato da Mediocredito Italiano, gruppo Intesa Sanpaolo, che ha assistito finanziariamente il Gruppo Dedem in questa nuova operazione dopo il Mbo e l’acquisizione di Photo Plus.
Il segmento del Leisure è in effetti quello che manifesta la maggiore redditività e le migliori prospettive di crescita all’interno del Gruppo. Pur rappresentando infatti nel 2017 solo l’11% come quota di fatturato sul totale del Gruppo, il tasso di crescita annuo dei ricavi è oltre 4 volte superiore a quello del totale ricavi del Gruppo. In perfetta coerenza con la situazione generale relativa all’intrattenimento. I trend di sviluppo di tale industria prevedono un tasso di crescita annuo del 7% nei prossimi 5 anni, dato confermato dall’andamento positivo del comparto nel nostro Paese, dove tra il 1978 e il 2000 la spesa pro capite per tempo libero e svago è aumentata del 75% e ha tenuto bene anche nei recenti anni di crisi.
Oggi il valore totale del mercato italiano del tempo libero è di 25 miliardi circa e la spesa media che gli italiani dedicano al tempo libero è di 1.600 euro l’anno, circa il 10% della spesa pro capite media. Hanno saputo ben cavalcare tali tendenze i centri commerciali, agorà contemporanee che registrano numeri di assoluta rilevanza e sempre più devono investire per la loro competitività su due leve di sviluppo ormai imprescindibili: cibo e intrattenimento. Secondo l’ultima rilevazione Cncc (Consiglio nazionale Centri commerciali), in Italia ci sono 969 centri commerciali per 15.800.000 mq di superficie totale, tali realtà contano 324mila dipendenti (senza calcolare l’indotto), 1,8 mld di visitatori per un fatturato totale (al netto dell’Iva) di 51 mld di euro e un peso del 3,2% sul Pil nazionale.