Home Nazionale Dia: confiscati beni per 200 milioni euro a eredi imprenditore, sigilli a Palazzo Tar (2)

Dia: confiscati beni per 200 milioni euro a eredi imprenditore, sigilli a Palazzo Tar (2)

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(AdnKronos) – Per gli inquirenti “l’intesa con Cosa nostra si è principalmente concretizzata nel versamento consapevole ad esponenti di spicco di quella consorteria mafiosa di ingenti somme di denaro, ottenendo, in cambio, la possibilità di realizzare importanti operazioni immobiliari, traendo indubbi vantaggi, sia nel settore dell’edilizia privata, che in quello dei pubblici appalti”. La condotta di Rappa, descritta nel processo penale che nel 2004 portò alla sua condanna, ha fatto emergere come egli, pur non essendo organico, avesse fornito a cosa nostra un contributo concreto, specifico e volontario, che permetteva di consolidare in maniera decisiva l’apparato strutturale dell’associazione criminale”.
Sempre nel corso del processo, erano emersi nei suoi confronti anche elementi di reità per riciclaggio aggravato, in quanto alcuni collaboratori di giustizia avevano dichiarato di essersi avvalsi di lui, all’epoca insospettabile imprenditore, per sottrarre, dal rischio di eventuali iniziative giudiziarie, beni di loro proprietà, anche se formalmente intestati agli imprenditori Graziano. Ciò ha portato all’emissione del provvedimento di confisca che ha colpito i beni riconducibili a Vincenzo Rappa e acquisiti dagli eredi: intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 società di capitali (attive nel comparto delle costruzioni edilizi e nel campo finanziario), 1 società di persone, quote in partecipazioni societarie di una società di capitali, 183 immobili, un intero edificio di otto piani, rapporti bancari e disponibilità finanziarie.
In particolare, sono stati interessati immobili “dall’indubbio valore storico-artistico, oltre che economico”, tra cui l’intero edificio del Settecento denominato “Palazzo Benso”, oggi sede del Tar di Palermo, in via Butera, angolo piazzetta Santo Spirito, confinante con la passeggiata delle Cattive e Palazzo Butera, composto di piano terra, due piani elevati con ammezzati e piano sottotetto, con terrazza a mare, esteso per mq. 1.200; “Villa Tagliavia”, ubicata al civico 123 di via Libertà: un immobile in pieno centro, esteso per 2.300 mq., oltre 15.000 mq. di giardino; l’intero edificio sempre a Palermo, in via Ugo La Malfa n. 153, dove è ubicata la sede regionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il valore complessivo del patrimonio confiscato, come detto, è stimato in oltre 200 milioni di euro. “È bene precisare che con lo stesso provvedimento, il Tribunale ha ora disposto il dissequestro di altri beni e società, intestati agli eredi del Rappa, già interessati da sequestro nel marzo 2014; in merito ai quali l’A.G. non li ha evidentemente ritenuti riferibili e/o collegabili all’attività imprenditoriale di Rappa”, spiegano ancora dalla Dia.

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