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Dia: confiscati beni per 200 milioni euro a eredi imprenditore, sigilli a Palazzo Tar

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Palermo, 11 dic. (AdnKronos) – Beni per oltre 200 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Palermo agli eredi dell’imprenditore Vincenzo Rappa. Sigilli anche al palazzo che ospita il Tar di Palermo. Il decreto di confisca è stato emesso dal Tribunale di Palermo – I Sezione Penale e Misure di Prevenzione, presieduta da Raffaele Malizia e composta dai giudici Luigi Petrucci e Giovanni Francolini – nei confronti degli eredi di Vincenzo Rappa, morto il 28 marzo del 2009, all’età di 87 anni. Il provvedimento scaturisce da una proposta del Direttore nazionale della Dia, che nel 2014 aveva portato al sequestro dei suoi beni. Le indagini (coordinate dal Procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dal Procuratore aggiunto Marzia Sabella e dal pm Claudia Ferrari) hanno consentito di “ricostruire la biografia e la parabola economica dell’imprenditore edile Vincenzo Rappa, già condannato in via definitiva nel 2004 dalla Corte d’Appello di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio aggravato”, dicono gli investigatori.
Gli accertamenti eseguiti, “confortati dalle convergenti dichiarazioni rese, tra gli altri, da importanti collaboratori di giustizia: Angelo Siino, Giovanni Brusca, Vito Galatolo, Salvatore Cancemi, Giovan Battista Ferrante, Francesco Onorato, Salvatore Cucuzza, Antonino Avitabile, Calogero Ganci, Francesco Paolo Anzelmo, Tullio Cannella, Antonino Galliano e Salvatore Lanzalaco, hanno fatto emergere una rilevante sperequazione fra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati da Rappa, peraltro viziati dall’impiego di capitali illeciti – dicono dalla Dia – i suoi legami con numerosi personaggi di spicco di cosa nostra: Raffaele Ganci, i Madonia della famiglia di Resuttana; i Galatolo della famiglia dell’Acquasanta, la famiglia di Borgetto”.