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Economia circolare, storie positive dal territorio

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Roma, 28 nov. – (AdnKronos) – I percorsi virtuosi sono ricchi di elementi positivi che si generano e si moltiplicano nel tempo. L’economia circolare non è mai scissa dal risparmio energetico che spesso si lega alle fonti di energia rinnovabile che, oltre a far risparmiare i cittadini, rispettano l’ambiente limitando le emissioni inquinanti. Questi i temi che hanno caratterizzato la seconda giornata del Forum QualEnergia, organizzato a Roma da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partenariato con Cobat.
La giornata si è aperta con due sessioni dedicate alle Comunità energetiche rinnovabili per lo sviluppo dei territori e al binomio economia circolare ed efficienza energetica, durante le quali si è parlato di esperienze positive di comuni, aziende, scuole e consorzi virtuosi. Come, ad esempio, la Bioenergia Trentina che si occupa della filiera del legno e tratta 50mila tonnellate di rifiuti umidi e verdi della raccolta differenziata locale per produrre energia elettrica e biometano, ma anche compost di qualità utilizzato per i vigneti e i meleti della Valle dell’Adige.
C’è anche l’azienda lucana Fattorie Donna Giulia, che produce latticini e prodotti caseari d’alta qualità grazie agli animali d’allevamento nutriti con i foraggi coltivati in azienda, le cui deiezioni vengono trasformate in energia elettrica e termica. Ma ci sono anche molte altre realtà diffuse nel Paese (consultabili sul sito www.comunirinnovabili.it) che dimostrano l’efficacia del binomio ‘economia circolare e fonti rinnovabili’ per l’ambiente e per lo sviluppo economico ed imprenditoriale.
L’economia circolare, afferma il presidente di Cobat Giancarlo Morandi, “è una questione di responsabilità: quella di chi produce o importa determinati beni in Italia e che per legge è obbligato a coprirne i costi di raccolta e avvio al riciclo, quando i consumatori se ne dovranno disfare. Ma non c’è solo questo: i produttori si devono impegnare a fabbricare manufatti che siano durevoli, riparabili e riciclabili: è il cosiddetto Ecodesign, conditio sine qua non dell’economia circolare”.
Una volta fatto tutto ciò, secondo Morandi, “è fondamentale comunicarlo ai consumatori, perché comprendano il valore di prodotti che rientrano in un’ottica di economia circolare. Questo è quanto può fare l’industria. Poi ci sono i governi, che se davvero vogliono scommettere sull’economia del futuro devono investire in ricerca per mettere a punto processi di riciclo che stiano al passo con l’incessante innovazione tecnologica di quanto viene immesso sul mercato. Quello che fa Cobat ogni giorno da 30 anni è trasformare questi beni in nuove risorse, diventando un fondamentale punto di riferimento tra il mondo della produzione e la tutela dei cittadini e dell’ambiente”.
Le esperienze sulla geotermia, come quelle del Comune di Sale Maresino (con gli impianti innovativi di teleriscaldamento freddo per scaldare il polo scolastico e il centro sportivo locale), di Casa Zero di Torino (con il condominio sostenibile che risparmia energia e diminuisce le emissioni di CO2), e l’esperienza del Birrificio artigianale Vapori di Birra, che utilizza i vapori geotermici per produrre la birra risparmiando consumi energetici e emissioni in atmosfera, hanno caratterizzato la sessione del pomeriggio sul Futuro della geotermia in Italia.