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Ema, scatta il ricorso ma Bruxelles frena

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Milano, 30 gen. (AdnKronos) – Scatta il ricorso dell’Italia sull’Ema ma Bruxelles frena. “Si tratta non di una decisione del Consiglio, ma dei 27 Stati membri”, ha affermato il portavoce capo della Commissione Europea, Margaritis Schinas, commentando la possibilità che l’Italia presenti un ricorso sulla sede dell’agenzia europea del farmaco, assegnata ad Amsterdam lo scorso novembre. Il ricorso è stato annunciato questa mattina dal sindaco di Milano Giuseppe Sala dopo che ieri il direttore esecutivo dell’Ema, Guido Rasi, aveva reso noto che l’edificio finale dell’agenzia ad Amsterdam “non sarà pronto per il 30 marzo 2019”, data entro la quale avverrà il trasloco da Londra alla capitale olandese a causa della Brexit. Da qui l’apertura di uno ‘spiraglio’ per l’Italia, per vedere nuovamente riconosciuta a Milano la possibilità di ottenere la sede dell’Ema.
IL RICORSO – Ad annunciare il ricorso dell’Italia all’Ema è il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, riferendo il contenuto di una telefonata avuta ieri con il premier Paolo Gentiloni e relativa proprio alla possibilità dell’Italia di ottenere la sede dell’agenzia europea del farmaco. “Da quello che mi ha detto oggi parte il ricorso – ha spiegato Sala ai microfoni di Rtl 102.5 – Non voglio illudere i cittadini: non ci sono altissime possibilità di riassegnarci il mandato ma bisogna provarci. E per questo chiamo la politica italiana al massimo impegno”. “E’ il momento di essere aggressivi, proviamoci – ha sostenuto il sindaco di Milano – E’ il momento di alzare la voce, senza se e senza ma”. Sala ha anche precisato che l’Ema non è “un’agenzia dei burocrati, autorizza nuovi farmaci o li toglie dal mercato. Sarebbe grave mettere a rischio la salute dei cittadini”. Se dovessero riaprirsi i giochi, “io non penso che i tempi sarebbero molti lunghi”.
COMMISSIONE UE – Questa mattina il portavoce capo della Commissione Europea, Margaritis Schinas, ha commentato l’ipotesi del ricorso dell’Italia sull’Ema. “Questa domanda viene posta dal lato sbagliato della strada (cioè è una domanda per il Consiglio, ndr). Anzi, nemmeno per l’altro lato della strada, perché si tratta non di una decisione del Consiglio, ma dei 27 Stati membri – ha sostenuto Schinas durante il briefing con la stampa a Bruxelles – Non abbiamo nulla da dire, noi abbiamo fatto il nostro mestiere: abbiamo prodotto un’analisi basata sui fatti e poi, quando i 27 Stati hanno preso una decisione, abbiamo prodotto lo strumento giuridico” necessario a tradurla in pratica.
La Commissione, continua Schinas, si è limitata ad effettuare, “su richiesta degli Stati membri”, un’analisi di tutte le offerte ricevute per la rilocalizzazione delle due agenzie. “Non crediamo di essere parte di questa cosa, di qualsiasi cosa si tratti, perché a quanto capisco non ci sono ancora stati passi formali – aggiunge – nessuno ha messo in dubbio la nostra valutazione delle offerte”. “Ci è stato chiesto – prosegue il portavoce – di produrre un’analisi basata sui fatti, secondo criteri non decisi da noi, ma dagli Stati membri. Lo abbiamo fatto con la solita dettagliata attenzione con cui facciamo queste cose: la decisione è stata presa ed è tutto qui. Capisco che ci sia una discussione in corso, ma non penso di poter fare molto per aiutare questa discussione”.
“Non abbiamo valutato solo Amsterdam – ha aggiunto Schinas – ma tutte le offerte per entrambe le agenzie, operazione che è stata molto dettagliata e impegnativa, che è stata trasmessa puntualmente e inviata agli Stati membri, come richiesto. Naturalmente, non abbiamo soltanto registrato quello che le candidate offrivano: abbiamo valutato le offerte ed è quello che abbiamo trasmesso agli Stati. E’ stato un processo aperto e trasparente – conclude – tanto che abbiamo persino twittato la nostra valutazione”.