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Farmaci: AssoGenerici, senza brevetto in crescita, 800 mln risparmi entro 2020

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Roma, 18 set. (AdnKronos Salute) – Cure senza brevetto in crescita, sia sul fronte dei farmaci tradizionali sia nel comparto dei biologici: nel primo semestre dell’anno i prodotti equivalenti hanno assorbito il 22% dei consumi in farmacia. In più, entro il 2023 andranno in scadenza di brevetto medicinali che determinano una spesa di 3,1 miliardi di euro l’anno. E nel triennio 2018-2020, con l’arrivo dei farmaci equivalenti di diverse molecole in scadenza di brevetto, si raggiungeranno risparmi cumulati superiori a 800 milioni di euro. Il focus sui trend di mercato nel primo semestre 2018 è contenuto nei report realizzati dall’Ufficio studi Assogenerici-Ibg e diffusi in occasione dell’Assemblea pubblica – oggi a Roma – dell’associazione che rappresenta le industrie dei farmaci generici e biosimilari in Italia.
Nel primo semestre 2018 i farmaci equivalenti hanno rappresentato il 21,95% del totale del mercato farmaceutico a volumi nel canale farmacia e il 13,14% a valori, facendo registrare una performance positiva rispetto al primo semestre 2017 (tutte le classi) del 5,7% a unità e del 12,1% a valori, a fronte di un rallentamento del mercato farmaceutico complessivo (+0,2% a unità, -1,3% a valori) determinato dall’arretramento dei brand a brevetto scaduto (-1,4% a unità, -3,3% a valori). Il fattore a maggiore incidenza su questi trend è rappresentato dalle immissioni in commercio di nuovi farmaci generici equivalenti a seguito delle scadenze brevettuali che si sono registrate nel corso del 2017.
Complessivamente il mercato dei generici equivalenti quota in circa 1,84 miliardi in prezzi ex factory, assorbendo il 17,6% del mercato farmaceutico nazionale complessivo, pari a circa 10,5 miliardi di euro (sempre in prezzi ex factory). Il giro d’affari del comparto si conferma concentrato essenzialmente in classe A, per un totale di 1,45 miliardi che rappresentano il 78,8% del totale della spesa per farmaci generici (l’89,5% a confezioni).
Entrando nel dettaglio dei consumi in classe A nel canale farmacia, nel periodo gennaio-giugno 2018 emerge una flessione dell’1% del numero di confezioni rimborsate dal Ssn rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare, si registra una flessione dei consumi (unità) relativa ai prodotti ancora coperti da brevetto del 15,4% rispetto al primo semestre 2017. In crescita invece il segmento relativo ai farmaci a brevetto scaduto, in particolare quello degli equivalenti che assorbono il 29,3% dei consumi a unità registrando una crescita del 3,9% rispetto al gennaio-giugno 2017.
Coerentemente in calo il dato a valori relativo alla spesa rimborsata dal Ssn: nel primo semestre dell’anno è diminuita del 4,3%, a fronte di una flessione del 17,6% per i prodotti ancora coperti da brevetto e una crescita dell’8,4% nel segmento dei generici-equivalenti. Sparuta la presenza dei generici equivalenti negli altri segmenti di spesa: in classe C il 2,1% delle confezioni vendute nella relativa classe; nel ramo dell’automedicazione lo 0,3% delle confezioni.
Per quanto riguarda l’analisi dei consumi per area geografica, il consumo degli equivalenti di classe A si concentra soprattutto al Nord (36,5% a unità; 27,1% a valori), mentre risultano distanziati il Centro (26,8%; 20,2%) e il Sud Italia (21,5%; 16,2%). A separare Nord da Sud sono 15 punti percentuali a unità e 11 punti percentuali a valori.
Ammonta infine a 561 milioni di euro il totale del differenziale di prezzo pagato dai cittadini nel primo semestre dell’anno per ottenere il branded a brevetto scaduto invece del generico: l’incidenza più alta in Sicilia (58 milioni di euro, pari al 15,6% della spesa farmaceutica regionale del semestre), seguita da Lazio (71 milioni; 15,2%) e Molise (3 milioni; 14,9%).
Sul fronte del mercato ospedaliero, gli equivalenti in classe A e H assorbono il 26,1% dei consumi a volumi e il 2,1% a valori. A dominare il mercato ospedaliero sono i brand a brevetto scaduto che quotano il 38,8% dei consumi a volumi e il 5,2% a valori, mentre ai farmaci esclusivi (protetto o senza generici corrispondente) resta il 35% dei consumi a volumi che valgono però il 92,8% della spesa farmaceutica pubblica ospedaliera.
“La diminuzione della spesa farmaceutica documentata dai dati Aifa – afferma Enrique Häusermann, presidente di AssoGenerici – è stata ottenuta grazie al fatto che la maggior parte dei farmaci utilizzati ogni giorno a carico del Ssn sono medicinali a brevetto scaduto. Ma per ottenere un mercato efficiente per questi prodotti servono scelte politiche adeguate, capaci di incoraggiare domanda e offerta: bisogna agire sia sui meccanismi della competizione, garantendo un rapido accesso al mercato, sia sulla comunicazione indirizzata a medici e pazienti”.
Il presidente ha poi elencato le 9 richieste del comparto per il Tavolo della Governance: 1) Compensazione trasversale tetti-fondi, mantenendo ogni avanzo nel capitolo della spesa farmaceutica; 2) Revisione del pay back con criteri di equità e certezza (ripiani per quota di mercato impresa; sfondamento innovativi e orfani a regole attuali); 3) Reinvestire nella farmaceutica tutti i risparmi derivanti da equivalenti e biosimilari; 4) Prevedere l’obbligo di riapertura della gara ospedaliera all’avvento del primo equivalente; 5) Disegnare capitolati di gara che garantiscano prevedibilità e sostenibilità delle forniture (anti-carenza); 6) Rivedere il Pht, uniformando l’elenco dei farmaci in distribuzione diretta e per conto ed escludendo i farmaci fuori brevetto di normale utilizzo nell’assistenza territoriale; 7) Eliminare il patent linkage; 8) Semplificare le procedure autorizzative e negoziali dei farmaci equivalenti; 9) Sostenere l’adozione dell’Spc Waiwer, sia per l’export sia per lo stoccaggio, eliminando i paletti oggi previsti nella proposta della Commissione Ue.