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Farmaci: Lombardia verso automazione percorso in tutti gli ospedali

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Milano, 30 nov. (AdnKronos Salute) – Medicine tracciabili dal magazzino della farmacia ospedaliera fino al letto del malato, grazie a una gestione automatizzata delle scorte, a modalità computerizzate di prescrizione, armadi informatizzati in ogni reparto, somministrazione controllata tramite codice a barre. Strumenti hi-tech e intelligenti alleati di tutte le figure operative ‘in corsia’, che promettono di abbattere errori, giacenze, inappropriatezze e sprechi, aumentando le garanzie di sicurezza per i pazienti, migliorando l’efficienza, producendo risparmi e liberando risorse da reinvestire. Si chiama automazione del percorso del farmaco in ospedale e la Lombardia intende fare da apripista adottandola progressivamente in tutte le strutture del Servizio sanitario regionale, cominciando dal 2019.
Lo annuncia l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, intervenuto oggi al Pirellone di Milano a un convegno promosso dalla rivista di economia e politica sanitaria ‘Italian Health Policy Brief’ (Ihpb, Altis). “La scelta di investire nell’informatizzazione e nell’automazione ospedaliera – ricorda – nasce da una survey che abbiamo condotto nel 2017 nelle strutture pubbliche, che hanno espresso grande interesse verso progetti in questo senso, sottolineando l’importanza di un coordinamento regionale”. Per questo “nel 2018 l’Arca, Azienda regionale centrale acquisti, ha pubblicato una manifestazione di interesse ricevendo alcune proposte dagli operatori del mercato”. Ora “le valuteremo e il 2019 sarà il momento della messa a punto. L’obiettivo della legislatura – chiarisce il titolare della Sanità a margine dell’evento – sarà portare l’automazione del percorso del farmaco a regime in tutti gli ospedali del Ssr”.
“Alcuni hanno già in corso esperienze di questo tipo”, precisa Gallera, ma l’intenzione sarebbe quella di implementarle ed estenderle a tutti. Il primo passo potrà essere ad esempio quello di indire una gara d’appalto specifica, individuando alcune aziende socio sanitarie territoriali (Asst) o Irccs da coinvolgere per una prima applicazione. Il governatore Attilio Fontana approva: “Tutti i progetti che vanno nella direzione di rendere un servizio migliore e al contempo di consentire un risparmio vengono visti con estrema attenzione ed estremo interesse – dichiara a fine convegno – Questo progetto va in tale direzione e quindi cercheremo di applicarlo”, anche se “parlare di investimenti è prematuro perché in questo momento non siamo ancora in grado di avere dei dettagli”.
“Queste nuove soluzioni tecnologiche sono state adottate ampiamente negli Stati Uniti e in altri Paesi europei, mentre in Italia hanno trovato applicazione sporadica e parziale interessando solo una parte del percorso del farmaco”, osservano i curatori dell’incontro, che riportano i risultati di alcune analisi delle ricadute prodotte dai sistemi automatici di distribuzione dei medicinali in ospedale, condotte fra Gb, Danimarca e Spagna. Si parla di errori farmacologici e di somministrazione più che dimezzati, di calo dei consumi, di tempo risparmiato per il personale e di spese ridotte nell’ordine di decine o centinaia di migliaia di euro. Meno costi, più sostenibilità per il sistema, più soldi a disposizione per potenziarlo.
“Dobbiamo ricominciare a investire nel sistema sanitario e questo significa per prima cosa spendere meglio”, dichiara il vice ministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, in un intervento sulla rivista promotrice del convegno meneghino, ricordando che “rispetto al passato stiamo invertendo la rotta. In tutto, a conti fatti, ci sono 9 miliardi in più nel triennio” per la sanità, fra cui “2 miliardi di euro aggiuntivi per gli investimenti”. Di questa voce, “una quota dovrebbe essere utilizzata proprio per finanziare l’innovazione nel sistema pubblico. Non possiamo pensare sempre e solo agli investimenti nelle infrastrutture classiche, nei ‘muri’ – ammonisce l’ex assessore lombardo all’Economia – I sistemi di gestione automatizzata negli ospedali, ad esempio, possono dare ottimi risultati in termini di efficienza sia economica che terapeutica”.
Per Davide Croce, del Centro sull’economia e il management nella sanità e nel sociale della Liuc Business School di Castellanza (Varese), “sarebbe opportuno avviare modelli di automazione – anche parziali e anche con progetti pilota – che riducano i rischi, con particolare riferimento al potenziale vantaggio costo-efficacia”.
“Come categoria professionale – commenta Giovanna Monina, presidente Codifo, Collegio dei direttori di farmacia ospedaliera – abbiamo grandi aspettative su questo progetto della Regione Lombardia”, in un campo in cui “ci sono grosse disomogeneità: a fronte di strutture avanzate, infatti, ce ne sono tante altre in cui resta molto da fare. Un problema, per esempio, è che in alcune strutture ci sono sistemi informativi che ancora non si parlano”. Invece “serve una piattaforma di integrazione” anche per evitare una moltiplicazione dei passaggi, avverte Giuliano Pozza dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano, presidente dell’Associazione italiana sistemi informativi in sanità Aisis, perché “è stato dimostrato che una digitalizzazione fatta male è uno dei fattori più importanti di burnout per i medici Usa”.
“Per mettere a regime un sistema come l’automazione del percorso del farmaco in ospedale servono scelte politiche ad hoc”, riflette Monina. Con Pozza che fa notare come, “mentre il Nord Europa spende 60-70 euro a cittadino per l’informatica in sanità, in Italia se ne spendono 23-27”. Tra i nodi principali, l’esperto individua ad esempio il fatto che “il budget per gli investimenti digitali è vincolato per l’80% alla gestione della spesa corrente, dunque solo il 20% è potenzialmente ‘libero’ per l’innovazione”.
L’appuntamento è stato infine l’occasione per raccogliere voci dal territorio. Come quelle di Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst Ovest Milanese che vanta “armadi intelligenti e una farmacia che gestisce la distribuzione dei farmaci nei 4 ospedali dell’azienda” ossia Legnano, Magenta, Abbiategrasso e Cuggiono; di Giuseppe Rossi, Dg dell’Asst Lodi dove “abbiamo una delle migliori cartelle cliniche informatizzate (valutazione 5,5 su una scala da 1 a 7, contro una media nazionale di 3,5)”; di Pozza che spiega come “al San Raffaele stiamo lavorando per completare l’automazione del percorso del farmaco”, e di Patrizia Meroni, direttore clinico-sanitario Gruppo Humanitas ospedale Milano, dove “il completamento è previsto massimo entro il 2020. La strada è segnata – conclude – Non si può che chiudere il cerchio”.