Roma, 15 mag. (AdnKronos Salute) – E’ la scienza, quella più all’avanguardia, il futuro della famiglia italiana. Perché se secondo l’Istat le probabilità che, tra il 2017 e il 2065, nel nostro Paese aumenti la popolazione è pari solo al 9%, e l’anno scorso si è registrato il nuovo minimo di nascite (464 mila, -2% rispetto al 2016), record storico dall’Unità d’Italia, c’è una risorsa che la ricerca promette di mettere a disposizione nei prossimi anni: è l’editing genetico. “Sotto la sigla Crispr si cela una tecnica ancora allo studio, ma che fra qualche tempo permetterà, tramite la sostituzione di sequenze mutate con sequenze inalterate, la cura del Dna embrionale”. A dirlo all’Adnkronos Salute Andrea Borini, presidente della Società italiana di fertilità e sterilità e Medicina della Riproduzione (Sifes-Mr), che si riunisce in congresso a Riccione da giovedì a domenica prossimi.
“Un passo in avanti fenomenale, che apre nuovi orizzonti sia alle persone portatrici di malattie genetiche, sia, in un’ottica a lungo termine, a tutte le persone che vogliono un figlio sano. Se posso identificare, all’interno dell’embrione, la mutazione genica pericolosa, la taglio e ricucio una nuova sequenza normale, con questa sorta di ‘bisturi molecolare’ – evidenzia Borini – porto un vantaggio in primis a chi sa di essere portatore di una malattia genetica e oggi deve fare una diagnosi preimpianto, ‘scartando’ gli embrioni che risultano malati e aprendo al problema etico del loro destino. Potenzialmente, con Crispr di embrioni malati non ce ne saranno più. E l’Italia è peraltro l’unica nazione al mondo che ha una legge secondo cui la coppia è autorizzata a conoscere lo stato di salute dell’embrione”.
Ma, prosegue il ginecologo, “oggi sappiamo bene che ognuno di noi ha delle mutazioni genetiche e se incontra un partner con la stessa mutazione, possono nascere figli malati. Ecco perché non ci si sposa fra parenti: perché aumenta questo rischio. Ebbene, in prospettiva credo che moltissimi di coloro che fra 50 anni avranno 30 anni, sceglieranno di avere accesso a questa tecnica per avere un figlio, e il sesso forse si praticherà solo per ‘svago'”, ironizza.
“Si pensi che già oggi, negli Stati Uniti – ricorda Borini – ci sono stati casi di persone Down che hanno citato in giudizio i loro genitori per non aver effettuato esami prenatali come l’amniocentesi, in grado di mettere in luce la malattia nelle prime settimane di gravidanza. Ecco, io credo che in futuro solo chi è disposto ad avere un figlio malato (e oggi non farebbe comunque l’amniocentesi) non avrà accesso all’editing genetico sugli embrioni”.
Un futuro che potrebbe far sorgere dei dubbi etici, anche se secondo l’esperto “sarà difficile vietare tutto questo, soprattutto perché non esisteranno più embrioni che non si impiantano e rimangono abbandonati. Gli embrioni si potranno trasferire tutti, per avere solo bimbi sani, e penso che una volta avute a disposizioni queste tecniche, sarebbe non etico non farlo. L’eugenetica è altro: è fare diagnosi e poi sacrificare gli embrioni o i feti non sani. Ma l’editing genetico in Italia sarà fattibile subito, a meno che non si cambi la legge 40”.
Al congresso si affronteranno anche altri aspetti legati al futuro della famiglia, “dall’ovodonazione all’utero in affitto – aggiunge il medico – perché dal punto di vista sociale ci sono ormai tanti approcci diversi per fare figli. Occorre affrontare con urgenza il problema dell’assenza di donatrici di ovociti in Italia e della potenziale compensazione economica per il loro gesto: non è pensabile avere pochissime donatrici e spesso anche loro sono pazienti infertili, alle quali viene promesso di saltare le liste di attesa se doneranno gli ovociti in sovrannumero”. La Sifes-Mr presenterà infine i risultati della campagna ‘IdeeFertili’ che è andata “nelle scuole, sulle spiagge, ai festival degli Youtuber per raggiungere i giovani e diffondere il concetto ‘scegli di poter scegliere’, con informazioni su come proteggere la propria fertilità per assicurarsi la possibilità, un giorno, di diventare genitori”.