Home Nazionale Fisco: Cgia, lavoriamo 5 mesi per pagare tasse, il 2/6 ‘tax freedom day’ (2)

Fisco: Cgia, lavoriamo 5 mesi per pagare tasse, il 2/6 ‘tax freedom day’ (2)

0

(AdnKronos) – Sebbene sia in calo dal 2013, negli ultimi 25 anni il “tax freedom day” più “precoce” si è verificato nel 2005. In quell’occasione, con il Governo Berlusconi II, la pressione fiscale si attestò al 39,1 per cento e ai contribuenti italiani bastò raggiungere il 24 maggio (143 giorni lavorativi) per scrollarsi di dosso il giogo fiscale. Osservando sempre il calendario, quello più in “ritardo“, invece, si è registrato nel 2012 (anno bisestile). Ricordiamo che in quell’anno alla guida del Paese c’era Mario Monti.
Questo risultato così negativo si verificò, spiega la Cgia, perché la pressione fiscale raggiunse il record storico del 43,6 per cento e, di conseguenza, il “giorno di liberazione fiscale” si celebrò “solo” il 9 giugno (dopo ben 160 giorni lavorativi). Dal 2014 ad oggi ci siamo “svincolati” sempre prima dal pagamento delle tasse perché la pressione fiscale ha iniziato a diminuire a seguito della cancellazione della Tasi sulla prima casa, dell’introduzione del “bonus Renzi” e di una serie di misure di alleggerimento dell’Irap sul costo del lavoro, per l’abolizione temporanea dei contributi previdenziali in capo ai neo assunti con un contratto a tempo indeterminato, per il taglio dell’Ires, per la ripresa del Pil e anche a seguito del blocco delle tasse locali.
Dal 2016, infatti, va ricordato che, ad eccezione della Tari, tutte le altre imposte locali (Imu, Tasi, Irap, addizionali regionali/comunali Irpef, Tosap, bollo auto, etc.) sono state congelate per legge. “Al netto delle strepitose promesse elettorali annunciate in queste ultime settimane da una buona parte dei big politici – afferma Zabeo – entro la fine di quest’anno chi sarà chiamato a governare il Paese dovrà recuperare quasi 12,5 miliardi di euro per sterilizzare l’ennesima clausola di salvaguardia, altrimenti dal 1° gennaio 2019 l’aliquota Iva del 10 per cento salirà all’11,5 e quella attualmente al 22 si alzerà al 24,2 per cento”.

Exit mobile version