Home Nazionale Governo: gestore, a M5S-Lega servono persone che sappiano parlare ai mercati

Governo: gestore, a M5S-Lega servono persone che sappiano parlare ai mercati

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Milano, 21 mag. (AdnKronos) – Al futuro Governo 5Stelle-Lega serve qualcuno “che sappia parlare ai mercati”, magari anche “un consigliere” dedicato o “un portavoce per la finanza”. E’ il suggerimento che arriva da Enrico Vaccari, fund manager di Consultinvest Sgr, nel giorno dell’attesa per il nome del presidente del Consiglio e della squadra di ministri. Con i mercati bisogna saper convivere e un deficit comunicativo in un ambiente così sensibile può costare caro alle ambizioni dei due novelli leader politici. Anche perché, secondo il gestore, gli investitori internazionali non sono davvero preoccupati per il contratto di Governo preparato dai due movimenti. E ne spiega il motivo: “Intanto – dice all’Adnkronos – perché l’Italia, all’interno dell’Europa, ha tutto sommato uno spettro limitato d’azione”. Poi, “i grandi investitori che investono sull’obbligazionario, e mi riferisco ai grandi fondi pensioni ai fondi sovranazionali, difficilmente si lasciano influenzare dalle agende politiche o dalla volatilità di pochi giorni e settimane. Loro guardano ai fondamentali macroeconomici dei Paesi”.
Lo spread in risalita, per ora, è “poca cosa”. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi a 165 punti è in realtà agli stessi livelli di gennaio. Anche il calo della Borsa di Milano “è una correzione che può considerarsi naturale visto che il Ftse Mib è l’indice cresciuto di più in Europa dall’inizio dell’anno”. Dunque, “finché la politica monetaria resta in capo alla Bce e la politica economica a Bruxelles non credo che i grandi investitori saranno preoccupati”. Timori veri potrebbero arrivare “solo con stravolgimenti dei trattati o comunque operazioni traumatiche nei rapporti con l’Unione europea che non mi sembrano per il momento all’ordine del giorno”, osserva Vaccari. L’unico rischio da non sottovalutare è tra qualche mese, a settembre, quando dovrebbe finire il programma mensile di acquisti di Titoli di Stato da parte della Bce: il quantitative easing, la ‘medicina’ che finora, a detta degli esperti, ha tenuto a bada lo spread italiano.
Mario Draghi potrebbe decidere di estenderlo ancora per un po’, (“fino a quando servirà”), come ha annunciato, ma ci sono due eventi macro inattesi per cui sarà più arduo farlo. “Il rialzo del prezzo del petrolio e la crescita del dollaro sono una bomba inflattiva non da poco. E di fronte a un’inflazione che cresce – sottolinea il gestore – è chiaro che la Bce a settembre difficilmente potrà rinnovare il QE, ma dovrà anzi cominciare a mettere in campo operazioni che contengano il tasso d’inflazione, come il rialzo dei tassi”. Da quel momento, l’Italia sarà tra i Paesi più esposti alla vendita di bond governativi, ma questo potrebbe anche essere evitato. “I Paesi a più alto debito pubblico sono quelli che soffriranno di più, a meno che i fondamentali economici non migliorino e quindi l’Italia sia in grado di aumentare il suo Pil. Se – afferma Vaccari – il rapporto debito pil rimarrà favorevole, manterrà l’interesse degli investitori verso Titoli di Stato italiani che in termini di rendimento sono tra i più interessanti al mondo tra i Paesi del G7”.