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Governo: Savona, agli Affari europei per una nuova Ue

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Roma, 31 mag. (AdnKronos) – Guai a definirlo euroscettico, ma certo non ama l’Unione europea così come è attualmente strutturata e non manca di denunciarlo. Del resto come potrebbe rinnegare il progetto dei padri fondatori, una personalità che è stata ministro dell’Industria nella prima metà degli anni Novanta nel governo di Carlo Azeglio Ciampi e direttore di Confindustria quando a presiederla era Guido Carli?
Paolo Savona approda al ministero degli Affari europei sull’onda di una serie di prese di posizione che negli ultimi cinque anni lo hanno visto tra i critici più radicali dell’architettura delle attuali regole europee. “Io sarei per l’Europa unita, per questo -una delle sue affermazioni- non posso che dire peste e corna di quello che vedo a Bruxelles”. Troppi, ha ad esempio rimarcato, i vantaggi competitivi ottenuti dalla Germania con l’avvento dell’euro a scapito di troppi altri Paesi, innanzitutto l’Italia. Fino a teorizzare l’uscita dall’euro per il nostro Paese “se non cambiamo Maastricht, se non cambiamo l’ Unione e se Bruxelles non fa le correzioni richieste”..
Nato a Cagliari il 6 ottobre del 1936, Savona, dopo la laurea in Economia e commercio nel 1961,la sua carriera presso il Servizio Studi della Banca d’Italia, dove raggiunge il grado di direttore. Nel 1976 vince il concorso a cattedra e lascia la Banca d’Italia per insegnare Politica economica prima all’università di Cagliari e subito dopo alla Pro Deo, che contribuisce a rifondare come Luiss. Lo stesso anno Guido Carli diventa presidente di Confindustria e Savona ne diventa direttore generale. Ministro dell’Industria con delega al riordinamento delle Partecipazioni statali nel governo Ciampi, attualmente è presidente della Fondazione Ugo La Malfa e vicepresidente vicario dell’Aspen Institute Italia .