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‘I love life’, in piazza a Verona contro lo scompenso cardiaco

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Verona, 29 set. (AdnKronos Salute) – Grande successo a Verona, in occasione della Giornata mondiale del cuore, per il gran finale di ‘I love life’, la campagna di informazione e sensibilizzazione sullo scompenso cardiaco, promossa da Novartis. Sono moltissimi i cittadini veronesi che si sono recati in piazza Bra, dalle 11 alle 13, per partecipare all’ultimo appuntamento di un tour che ha toccato alcune delle principali piazze italiane. Il gruppo di attori ‘Goodluckform’, diretto da Roberto Rocchi, ha coinvolto i cittadini in un’improvvisazione teatrale a tema mentre alcune ‘cargo bike’ hanno distribuito materiale informativo sullo scompenso e il peluche del personaggio ‘Cino’, un cuore stilizzato, protagonista della campagna, che accompagna tutte le iniziative in programma.
Poco conosciuto e sotto diagnosticato nonostante sia la seconda causa di morte in Italia – si legge in una nota – lo scompenso cardiaco può essere definito la ‘Cenerentola’ delle malattie cardiovascolari. Colpisce quasi un milione di italiani, di cui oltre 55.000 veneti, causando circa 190 mila ricoveri l’anno e compromettendo pesantemente la qualità della vita di coloro che ne sono affetti. I pazienti con scompenso cardiaco sono infatti costretti a dover progressivamente limitare le proprie attività quotidiane fino ad arrivare a dover stare in poltrona o addirittura a letto, nei casi più severi. La patologia è caratterizzata da ripetuti ricoveri che pian piano diventano sempre più frequenti e ravvicinati nel tempo, fino a condurre alla morte che può avvenire anche in maniera improvvisa.
È una malattia particolarmente subdola: spesso il paziente dopo un primo ricovero torna a casa e, passato l’episodio acuto, si sente “come prima” e inizia a trascurare la propria condizione facendosi complice inconsapevole di una progressione silente della patologia. Ai pazienti con scompenso cardiaco va, quindi, ricordato che la patologia continua a progredire anche in assenza di sintomi evidenti di peggioramento esponendo il paziente ad un elevato rischio. Basti pensare che 1 paziente su 4 muore entro 1 anno dalla diagnosi.
La campagna “I love life. Il cuore è imprevedibile, lo scompenso no. Curarlo si può. Non lasciare andare la tua vita” ha proprio l’obiettivo di far conoscere l’importanza e la severità di questa patologia, per consentire a chi ne soffre, di rivolgersi tempestivamente ad uno specialista e trovare delle soluzioni che permettano di riprendere in mano la propria vita.
Grazie alle recenti innovazioni terapeutiche – prosegue la nota – oggi lo scompenso cardiaco può essere curato in maniera efficace con farmaci in grado di produrre benefici clinici a lungo termine. Studi clinici hanno dimostrato come questa nuova classe di farmaci (gli ‘Arni’) prolunghi la durata della vita con valori medi intorno ad un anno e mezzo in un soggetto di 60 anni, ma con punte fino a 2-3 anni in più rispetto alle terapie fino ad oggi disponibili.