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“In famiglia”, l’immigrazione raccontata con la fotografia

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“In famiglia”, l’immigrazione raccontata con la fotografia

Una mostra fotografica dedicata alla dimensione familiare all’interno di un progetto migratorio, tra scatti che evocano il tema della lontananza, il valore degli affetti e le fasi di crescita dei bambini ricongiunti. Questo lavoro, dal titolo “In famiglia”, è frutto del giovane fotografo aretino Massimo Soletti e sarà inaugurato venerdì 4 maggio alle 18.00 nei locali della Casa delle Culture, restando poi visitabile ad ingresso gratuito nei pomeriggi dal giovedì alla domenica fino al 20 maggio. Promosso in collaborazione con Acli, Fraternità Federico Bindi Onlus e Oxfam, il progetto documenta la storia e la presenza di una famiglia straniera in terra aretina che è impegnata per ottenere il ricongiungimento della figlia più piccola, una bambina di due anni rimasta nel Paese d’origine. Le fotografie di “In famiglia” metteranno così in risalto le contrapposte emozioni tra speranze e sofferenze, raccontate da Soletti che in passato era stato autore della mostra fotografica “Vite sparse” con cui aveva testimoniato la propria attenzione ai temi sociali, documentando i luoghi abbandonati di Arezzo e occupati da vite ai margini della società. «Il ricongiungimento di questa famiglia straniera si è mostrato un istituto giuridico lungo e complicato, segnato da cambiamenti ritenuti necessari, burocrazia e ritardi consistenti – spiega Soletti. – Il tempo di attesa per ottenere il nulla osta della bambina ha permesso di raccogliere anche immagini quotidiane, nel tentativo di porre uno sguardo, spesso trascurato, verso la dimensione familiare del fenomeno migratorio, caratterizzata da affetti e comportamenti universali».

“In famiglia” proporrà un racconto di venti foto raccolte in diversi mesi di lavoro e di relazione, narrando la quotidianità di questa famiglia nel tentativo di porre maggiori attenzioni su particolari meno discussi legati all’immigrazione. Ne consegue un documento fotografico all’insegna di un’immigrazione lecita, corretta e lontana da quella definita clandestina o irregolare, contraddistinta dal valore e dalla determinazione di un padre, dalla forza di una madre, da una bambina che cresce in Italia in attesa dell’autorizzazione all’arrivo della sorella più piccola che è la protagonista assente di questa recente storia. «È stata una bellissima esperienza anche dal punto di vista umano – continua Soletti, – che mi ha permesso di capire come aspetti che possono sembrare minori o comuni siano in realtà importanti e significativi. Questo è proprio uno dei significati che spero di trasmettere con la mostra “In famiglia”».