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‘La fabbrica dei leader’, seconda giornata di convegno

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Roma, 3 dic. (AdnKronos) – – Chi non comunica non esiste. E’ il messaggio che riassume la mission de ”, convegno sulla comunicazione che ha l’obiettivo di formare i leader del futuro, facendo emergere storie di successo, e di fornire strumenti a chi lavora nel mondo della politica, delle imprese, del giornalismo. Storytelling, linguaggio non verbale, comunicazione personale, neuromarketing, leadership: sono alcuni dei campi esplorati da ‘La fabbrica dei leader’ (). Si concludono così i lavori della due giorni presso il Roma Life Hotel e a fare gli onori di casa saranno ancora i ‘maestri fabbricatori’ Luigi Crespi e Luca Telese. Tra gli ospiti della seconda giornata del convegno l’imprenditore e testimone di giustizia Gaetano Saffioti, Marco Lombardi (presidente di Indexway Spa e Ad di Proger Spa), Riccardo Monti, Carlo Alberto Tenchini, Stefania Radoccia. E ancora: Gian Marco Chiocci (direttore AdnKronos), Francesco Gallucci, Marco Berlinguer, Natascia Turato, Donato Iacovone. La regia dell’evento è affidata ad Ambrogio Crespi per Index Production.I LEADER – Cos’è un leader? Che cosa vuol dire leadership? Ma soprattutto, come nasce (e come muore) un leader? Di questo e molto altro si è parlato a Roma: dal carisma di Vladimir Putin alle competenze di Angela Merkel, passando per l”eutanasia’ politica di Gianfranco Fini. Riccardo Monti, presidente di Italferr Spa, ha parlato della sua esperienza lavorativa con corporazioni e governi di oltre 40 Paesi. “Tutti i grandi leader – ha spiegato – hanno in comune sempre un grande senso di calma: trasmettono sicurezza, spesso hanno una enorme empatia e un grande carisma. Putin ha un carisma straordinario ma non ha una grande empatia. Merkel ha poco carisma e poca empatia ma ha grande competenza e per questo è oggi la leader più longeva d’Europa”.
Gian Marco Chiocci, direttore dell’AdnKronos, ha raccontato la parabola mediatica e politica di Gianfranco Fini: “Una fiaba politica che non ha un lieto fine. La favola di un leader politico famoso, di un uomo che a quest’ora poteva essere al posto di Salvini, che ha avuto un potere immenso. E che oggi non esiste più anche perché nei momenti cruciali dello scontro con Berlusconi e dell’inchiesta sulla casa di Montecarlo non ha saputo comunicare”.Una caduta politica a cui lo scoop sulla vicenda monegasca, realizzato da Chiocci quando era inviato de ‘Il Giornale’, ha certamente contribuito. A ‘La fabbrica dei leader’ Chiocci ha raccontato le fasi salienti dell’inchiesta su Fini e sui Tulliani nel corso del suo intervento. E ne esce un ritratto impietoso dell’ex leader di Alleanza Nazionale: “Lo ha fregato il potere, l’arroganza, l’idea di poter condizionare tutti, l’amore a 60 anni, la cattiveria nei confronti dei giornalisti a caccia della verità. Avrebbe potuto fare tanto e non l’ha fatto. Si ritrova sotto processo, una comunità politica distrutta. Poteva essere il padrone dell’Italia” ed è scomparso dalla scena politica anche perché “non ha saputo gestire il potere”.Per quanto riguarda i leader dell’attuale panorama politico, Riccardo Monti tesse le lodi del premier canadese Justin Trudeu (“una bomba di energia”) e di quello greco Alexis Tsipras, “personaggio secondo me straordinariamente brillante e intelligente: ha vinto una campagna elettorale su una piattaforma populista e ora è uno degli statisti più interessanti in Europa”. Nel corso della tavola rotonda, il presidente di Italferr ha poi consegnato una panoramica sulle leadership internazionali e sulla necessità “di formarsi, di studiare. Bisogna saper comunicare ed utilizzare le migliori competenze, i saperi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Stefania Radoccia, Law Leader di EY, che ha sottolineato: “E’ fondamentale comunicare, farlo bene. Deve essere una sfida delle imprese che hanno bisogno di questo e di necessari interventi per semplificare le normative, superare la burocrazia, velocizzare le decisioni”.
“Siamo una nazione di imprenditori molto vivi e creativi – afferma poi, a margine del corso, Radoccia – il tema delle competenze però si impone nell’evoluzione digitale. Ci sono dei lavori che spariranno e dei lavori nuovi che si creeranno. Quindi creare competenze, riformare le persone che entrano ed escono dal mercato del lavoro è importantissimo”.
“Il nostro sistema scuola – osserva Radoccia – non è un sistema così moderno come nelle altre nazioni europee. E’ un sistema in cui abbiamo un numero di laureati molto inferiore rispetto al resto d’Europa. Le persone formate su competenze tecniche sono inferiori al resto del mondo, dove i professionisti entrano molto prima nel mercato perché il sistema scolastico ha una durata più breve. Parlano molte lingue e questo in Italia non succede”. La ricetta per stare al passo con i mutamenti nel mondo del lavoro, secondo la Law Leader di EY, è “fare sistema”, grazie a “un collegamento osmotico tra mondo della scuola, università e mondo del lavoro”.
Per Carlo Alberto Tenchini, Marketing Innovation Director di Sharp Italia, “serve poter contare sul contributo delle Istituzioni. Va benissimo modernizzare e comunicare ma è opportuno avere sponde che spesso non arrivano. Non perché le imprese cercano assistenza ma sfide sulle tecnologie e la modernizzazione”.
Per Donato Iacovone, amministratore delegato di di EY Italia e managing partner di EY Italia, Spagna e Portogallo dal 2010, tra gli altri protagonisti del corso di formazione ‘La fabbrica dei leader’, “i modelli di leadership nelle imprese stanno cambiando e conseguentemente cambia la comunicazione. Siamo in un settore dove fino a dieci anni fa si comunicava solo con quello che facevamo, che poteva essere la certificazione di un bilancio, un parere fiscale. Di colpo è diventato tutto molto più complesso e sofisticato e quindi abbiamo avuto il bisogno di iniziare a occuparci anche della comunicazione”.
“Fino a dieci anni fa – ha proseguito Iacovone – i leader delle aziende professionali erano quasi ignoti” mentre oggi “c’è bisogno di comunicare non solo ai clienti, ma anche alle nostre persone. Quindi ci siamo organizzati per comunicare sia con i mezzi tradizionali sia con i social network”, anche con l’obiettivo di raccontare “a chi si sta per laureare che cos’è EY e quali sono le prospettive per sviluppare il loro talento in un’azienda come la nostra”.
“E’ diventato importante comunicare dietro al brand EY cosa c’è, quali sono i progetti e quali sono gli investimenti che stiamo facendo. Bisogna essere bravi a raccontare la propria storia – ha aggiunto Iacovone – per convincere qualcuno a scegliere noi anziché un’altra azienda”. “E’ cambiata l’esposizione delle persone che guidano le aziende. Bisogna fare lo sforzo – ha sottolineato – di associare un viso e una storia a un’azienda. Questo è il cambiamento che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, ma non è finita qui”.
“Credo che la comunicazione sia alla base della crescita di ogni azienda. Quindi perché non usufruire di corsi come questi per crescere e migliorare sempre di più?” ha poi detto Marzia D’Ovidio, direttrice dell’asilo nido e scuola dell’infanzia ‘Le fate turchine’, tra i partecipanti alla ‘Fabbrica dei leader’.
Parlando della sua attività, D’Ovidio spiega: “Siamo una scuola che accoglie bimbi dai tre mesi fino ai sei anni e li accompagniamo lungo il loro importante processo di crescita. La nostra nasce come una scuola aziendale del gruppo Green Network, dalla volontà di una mamma, che estende la sua passione anche al privato e che ci ha portato oggi ad essere una delle scuole più grandi di Roma Nord. Stiamo molto attenti, oltre ai bambini, anche alle famiglie, quindi cerchiamo di rispondere alle loro esigenze e richieste”.
Marco Berlinguer, invece, ha raccontato “la parabola del free software dell’Open Source. L’ho analizzata come un fenomeno esemplare di un cambio di paradigma che sta avvenendo, che non si è ancora concluso e ci pone tanti interrogativi. E una esperienza nata in comunità di volontari e che è diventata una modalità di produzione nuova”. Da questa parabola, ha sottolineato, “ho cercato di trarne alcuni insegnamenti sia in termini di modalità di leadership sia in termini di interrogativi acquisiti rispetto a dove ci troviamo in questo passaggio epocale”.
“La trasformazione digitale porterà a una profonda innovazione del settore: parliamo di marketing tecnologico, di come i brand si stanno avvicinando al nuovo sistema di comunicazione tramite video” è quanto sottolinea Fabio Porcellini, ceo di Natlive srl e corsista de ‘La fabbrica dei leader’. “Ho investito tempo e denaro in questa attività proprio perché ritengo che il futuro delle aziende sia quello di approcciare la trasformazione digitale”.
Porcellini è anche socio dell’americana Natcom che, racconta l’imprenditore, “lavora nelle media platform multilingue e nella tecnologia per costruire piattaforme media e contenuti media”. Tra i prodotti principali ci sono appunto gli short video digitali, che, sottolinea, “ritengo siano il futuro della comunicazione”.
Per Natascia Turato, esperta di ricerche di mercato e direttore di Index Research – tra i coach del corso – “le ricerche di mercato ed i sondaggi di opinione sono connaturati in me”. Parlando a margine dell’evento, Turato ha riassunto così i contenuti del suo intervento: “Ho affrontato il tema della leadership. Abbiamo tratteggiato studi e teorie sulla leadership che sono state presentate fino ad oggi. Abbiamo raccontato quali sono, secondo ‘La fabbrica dei leader’, i tratti della leadership e abbiamo chiacchierato un po’ della leadership femminile”.
Tra gli ospiti anche Gaetano Saffioti, imprenditore coraggioso e testimone di giustizia, che ha denunciato la ‘Ndrangheta ed è sotto scorta da 17 anni. “Voglio dimostrare che se si vuole si ha il potere di scegliere di stare dalla parte della legalità” ha detto l’imprenditore a margine dell’evento. “Voglio essere un mezzo con cui veicolare questo messaggio: che non solo ci si deve liberare ma anche che si può fare. La vita dopo le denunce non solo continua ma migliora addirittura. Lo dimostro con i fatti e se l’ho fatto io – ha sottolineato – lo può fare chiunque”.
Saffioti ha scelto di non abbandonare la sua terra, la Calabria, regione a cui è rimasto particolarmente legato. “La Calabria è come un ragazzo intelligente ma svogliato – ha detto Saffioti sul palco, intervistato da Luca Telese – Una terra bagnata da due mari con le montagne al centro può emergere e vivere solo di turismo. Io mi sforzo di far capire ai miei conterranei che questo sistema deve cambiare. Oggi non ci sono più alibi. E’ possibile farlo, basta rimboccarsi le maniche e non piangersi addosso. Incentivando la denuncia: magari destinando l’uno per cento dei lavori pubblici alle aziende che denunciano”. Saffioti oggi si considera un uomo libero. “La libertà – scandisce – non è ciò che fai ma come lo fai. Non è difficile superare questo muro, se l’ho fatto io tutti possono. O sei locomotiva o sei vagone. Molti preferiscono essere vagoni” ma “vivere col rimorso sarà una fatica più grande”.
Insieme al regista Ambrogio Crespi e ai giornalisti Sandro Ruotolo e Luca Telese, Saffioti sta lavorando a un film dal titolo ‘La Mano Nera’, incentrato sul tema della criminalità organizzata, prodotto da Index Production. “Sono contento che ci sia qualcuno che sta attento a queste tematiche – ha sostenuto Saffioti – Il sistema criminale opprime lo sviluppo in questa terra. Contribuire alla divulgazione di tutto questo mi rende particolarmente felice”.
A margine del corso è stato anche presentato dall’amministratore delegato della società Marco Lombardi, presidente di Indexway Spa, il progetto per l’Africa di Proger Spa: “Proger ha scelto qualche mese fa di lanciare il progetto Aware e di dedicare parte dell’aumento di capitale per aiutare in Africa le popolazioni rurali ad avere lavoro e dignità”, ha spiegato Lombardi. “Proger ha deciso di unire la sostenibilità energetica, economica e sociale – ha aggiunto Lombardi – Andremo in questi paesi e tramite le energie rinnovabili daremo la possibilità di avere energia elettrica per poter estrarre acqua potabile e destinarla all’economia rurale dei villaggi”. “E’ un progetto importantissimo e abbiamo deciso di cominciare noi dando l’esempio – aggiunge l’Ad di Proger Spa – e quindi di investire i nostri soldi per poter dimostrare che si può dare dignità a un villaggio di mille persone. Facciamo del nostro meglio e speriamo che gli altri seguano il nostro esempio”.