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Lavoro: 4.Manager, con innovazione più produttività e profitti

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Roma, 3 ott. (Labitalia) – Maggiore competitività, miglioramento della reputazione aziendale, produttività e aumento dei profitti: sono questi alcuni degli effetti prodotti dall’innovazione dei modelli di business. A fotografare i benefit legati all’introduzione in azienda di una nuova impostazione è il nuovo Osservatorio mercato del lavoro e competenze manageriali avviato e presentato oggi da 4.Manager, l’associazione nata da Confindustria e Federmanager che promuove nuovi approcci alle politiche attive del lavoro per la crescita competitiva delle imprese e del Paese.
Secondo il Report infatti, il 67% degli imprenditori e manager ritiene “molto importante” l’innovazione dei modelli di business, una nuova visione aziendale che coinvolge i manager nei processi di cambiamento e nella ricerca di nuovi modelli di governance più agili e flessibili. Un trend questo confermato anche da una ricerca condotta dal Boston Consulting Group, dalla quale è emerso che le aziende che innovano l’intero modello di business hanno un vantaggio competitivo misurabile in +8,5% sugli utili nell’arco dei 3 anni. Organizzazioni rigide e burocratiche, basate sulla divisione del lavoro settoriale e specialistica, sono infatti considerate “obsolete” in un mercato del lavoro che sempre più chiede dinamicità.
Le parole d’ordine del cambiamento in atto, si legge ancora nel Rapporto, sono flessibilità strategica, apertura, creazione e condivisione di idee in grado di generare valore e orientamento al cambiamento, organizzativo e gestionale. E in questo contesto è il manager a dover svolgere un ruolo da cinghia di trasmissione tra i modelli tradizionali e i nuovi dovendo saper leggere il trend del mercato e i nuovi fabbisogni per applicare con rapidità nuovi modelli di business. Dalla ricerca dunque emerge che il contributo dei manager è considerato “molto importante” dal 70% del campione.
Ai manager, si legge nel Rapporto, è richiesta la capacità di fungere da connettori di persone e di processi, di anticipare in modo creativo le tendenze del mercato e di integrare trasversalmente asset e competenze, attraverso la combinazione di hard skills (competenze tecniche e specialistiche) e soft skills (quelle comportamentali), utili a rendere omogeneo il processo di cambiamento, a tutti i livelli. “Gli ultimi dati Eurostat ci dicono che la produttività del lavoro italiano è cresciuta del 4% contro una media Ue del 10,5%. La produttività del lavoro tedesco invece è tre volte più veloce. Significa che avanziamo, ma ancora troppo lentamente”, spiega Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e di Federmanager.
Le imprese del futuro, d’altra parte, sottolinea invece il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, “saranno ad alto valore aggiunto, alta intensità di capitali, alta produttività e dovranno essere eccellenti in ogni funzione aziendale. In questa ottica appare evidente l’importanza di poter contare su manager competenti e completi”. Non solo. L’innovazione è una opportunità offerta alle imprese con cui poter neutralizzare gli effetti drammatici della crisi che ha colpito l’economia del nostro Paese.
“Per ripartire è quanto mai necessario saper cogliere le opportunità che paradossalmente sono state prodotte dalla crisi”, spiega il sottosegretario al Ministero del Lavoro, Claudio Durigon per il quale “si tratta di riorganizzare i fattori della produzione con criteri manageriali, anche attraverso le possibilità offerte dalla ricollocazione di manager espulsi dal mercato del lavoro, in grado di affiancare le competenze dell’imprenditore nella nuova logica dell’impresa 4.0”.