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Lavoro: Martina ricorda Paola Clemente, contrasto caporalato come mafia

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Roma, 12 lug. (AdnKronos) – “‘Non voglio vendetta, voglio giustizia’. Queste parole sono di Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente. L’operaia agricola morta di fatica tre anni fa, sfruttata a meno di 3 euro l’ora da caporali in giacca e cravatta. La sua morte, come quella di altri braccianti nell’estate del 2015, ci ha chiamati tutti a uno scatto di coscienza, ancora prima che politico. Combattere il caporalato come la mafia”. Così il segretario del Partito democratico, Maurizio Martina, ricorda in un post su Facebook Paola Clemente, la bracciante morta il 13 luglio di tre anni fa.
“Per questo – prosegue Martina – sono orgoglioso della nostra legge contro questa piaga vergognosa. Una legge che tutela i lavoratori e le aziende che rispettano le regole. Una legge che dà più strumenti ai magistrati e alle forze dell’ordine per combattere, come stiamo vedendo dalle inchieste in corso. C’è tanto da fare, c’è da migliorare sul piano della prevenzione e dell’accoglienza dei lavoratori stagionali. Ghetti e sfruttamento non sono tollerabili, perché la dignità delle persone deve venire prima di tutto”.
“Difenderemo questa legge fino in fondo da chi oggi vuole depotenziarla. Nessun passo indietro! Perché solo così possiamo onorare la promessa di non vedere più morti sfruttati come Paola”, conclude.