Home Nazionale Liste d’attesa ed errori, 1 italiano su 3 prova rabbia verso Ssn

Liste d’attesa ed errori, 1 italiano su 3 prova rabbia verso Ssn

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Roma, 6 giu. (AdnKronos Salute) – “Rabbia per le infinte liste d’attesa e per i casi di malasanità”. E’ lo stato d’animo di oltre un italiano su 3 (37,8%) verso Asl e ospedali del Servizio sanitario nazionale. Il 26,8% è “critico” perché, oltre alle tasse, bisogna pagare di tasca propria troppe prestazioni e perché le strutture non sempre funzionano come dovrebbero. Il 17,3% prova invece “un senso di protezione” e, di fronte al rischio di ammalarsi, è rassicurato dal Ssn. L’11,3% prova un sentimento di orgoglio, “perché la sanità italiana è tra le migliori al mondo”. Un italiano su 2 (54,7%) è convinto che “non si ha più opportunità di diagnosi e cura uguali per tutti”. E’ quanto fotografa il Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, presentato oggi a Roma al ‘Welfare Day 2018′. Secondo l’indagine, 12 milioni di connazionali hanno saltato le lunghe liste d’attesa nel Ssn “grazie a conoscenze e raccomandazioni”.
Gli italiani più rancorosi verso la sanità pubblica – secondo quanto emerge dal report – sono gli elettori del Movimento 5 Stelle (41,1%) e della Lega (39,2%), meno quelli di Forza Italia (32,9%) e Partito democratico (30%). Ma gli elettori di M5S (47,1%) e Lega (44,7%) sono anche i più fiduciosi nella politica del cambiamento, rispetto a quelli di Fi (31,4%) e Pd (31%).
La sanità – emerge dall’analisi del Censis – ha giocato molto nel risultato elettorale (per l’81% dei cittadini è una questione decisiva nella scelta del partito per cui votare), e sarà il cantiere in cui gli italiani metteranno alla prova il passaggio “dall’alleanza del rancore al Governo del cambiamento”.
“Ognuno si curi a casa propria”. E’ questa una delle reazioni alla sanità percepita come “ingiusta, il sintomo del rancore di chi vuole escludere e punire gli altri per non vedersi sottrarre risorse pubbliche per sé e i propri familiari. Sono 13 milioni – evidenzia il rapporto – gli italiani che dicono stop alla mobilità sanitaria fuori regione. E in 21 milioni ritengono giusto penalizzare con tasse aggiuntive o limitazioni nell’accesso alle cure del Servizio sanitario le persone che compromettono la propria salute a causa di stili di vita nocivi, come i fumatori, gli alcolisti, i tossicodipendenti e gli obesi”.
Il rancore degli italiani verso Asl e ospedali pubblici è dovuto anche alla qualità del servizio offerto dalle strutture pubbliche. Dal rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute, infine, emerge che il 68% degli occupati “ha dovuto assentarsi dal lavoro per recarsi presso strutture sanitarie pubbliche per se stessi o per i propri familiari, perché erano chiuse in orari non lavorativi”.