Home Nazionale Lombardia: Fermi, servono norme chiare contro corruzione (2)

Lombardia: Fermi, servono norme chiare contro corruzione (2)

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(AdnKronos) – Nella sessione mattutina, dopo i saluti introduttivi del presidente della Giunta regionale Attilio Fontana, che ha posto l’attenzione sulla necessità di proseguire con sempre maggiore forza l’azione istituzionale di prevenzione e contrasto in ambiti prioritari come l’antiriciclaggio e la lotta alla mafia, è stato affrontato il tema specifico della ‘Normativa antiriciclaggio: Anac, Banca d’Italia, Anci a confronto’ con gli interventi di Maria Pia Redaelli (responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza della Giunta regionale della Lombardia), Claudio Clemente (direttore dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia della Banca d’Italia), Nicoletta Parisi (consigliere Anac), Virginio Brivio (presidente Anci Lombardia) e Mario Turla (consulente Anci Lombardia).
Sempre nelle sessione mattutina, in tema di ‘Riforma del codice antimafia e gestione dei beni confiscati: per un futuro di legalità in Lombardia’, è intervenuta anche Monica Forte, presidente Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità del Consiglio regionale della Lombardia, che ha evidenziato come ancora oggi molte siano le criticità del percorso che porta dalla confisca alla destinazione finale di un bene o di un immobile appartenente alla mafia. “Troppo spesso gli enti e le amministrazioni locali che si trovano a dover affrontare questo percorso sono sprovvisti di personale qualificato e non possono contare sui fondi e sulle risorse necessarie, per cui è indispensabile investire nella formazione e garantire stanziamenti adeguati” ha detto.
La destinazione sociale di questi beni “deve continuare ad essere un punto fermo, ma devono essere abbreviati i tempi che intercorrono dalla confisca all’assegnazione del bene, altrimenti il rischio è che venga meno la fiducia dei cittadini e l’autorevolezza delle istituzioni nelle azioni di contrasto alla mafia”. In conclusione Monica Forte si è quindi richiamata a una frase del fisico nucleare ebreo di origini ungheresi Edward Teller, secondo cui “se l’arma migliore della dittatura è la segretezza, l’arma migliore della democrazia è la trasparenza”.