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M5S: il legale dei ricorsi, Martelli e Cecconi? Non possono essere espulsi

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Roma, 9 feb. (AdnKronos) – Luigi Di Maio, secondo quanto riportato dall’Adnkronos, avrebbe chiesto ai probiviri del M5S di espellere Andrea Cecconi e Carlo Martelli, i due parlamentari grillini finiti nell’occhio del ciclone per aver truccato le rendicontazioni al fondo per le piccole e medie imprese alimentato dal taglio degli stipendi dei parlamentari 5 Stelle. Sul cartellino rosso che aleggia sulle loro teste interviene tuttavia Lorenzo Borré, il legale ormai diventato un incubo per il Movimento, promotore di ricorsi, piovuti in tutta Italia, contro le espulsioni decide dai vertici.
Per Borré, infatti, Cecconi e Martelli non possono essere espulsi. Causa è l’esistenza delle diverse associazioni nate, proprio a causa delle grane giudiziarie, in questi nove anni dalla nascita del Movimento e che hanno portato Borré alla guida di un comitato che chiede di togliere simbolo e nome al M5S, in difesa degli iscritti della prima associazione, quella a cui diedero i natali Grillo, Gianroberto Casaleggio, Enrico Nadasi (commercialista di Grillo) ed Enrico Grillo, nipote del garante del Movimento.
“Considerato che Martelli e Cecconi – spiega Borré all’Adnkronos – sono stati eletti nell’attuale legislatura come portavoce dell’associazione M5S costituita del 2009 e che le omissioni che gli vengono contestate riguardano un periodo anteriore alla costituzione del nuovo omonimo partito, sarebbe opportuno – prima di adottare eventuali provvedimenti disciplinari- rileggere la recente sentenza del Tribunale di Roma sul caso di Roberto Motta”, il primo espulso a portare Grillo e i suoi davanti a un giudice.

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