Home Nazionale Mafia: legale sorelle Napoli, inquietante stillicidio veleni e anonimi, pronte due querele (2)

Mafia: legale sorelle Napoli, inquietante stillicidio veleni e anonimi, pronte due querele (2)

0

(AdnKronos) – Le sorelle Napoli sono proprietarie di un’azienda agricola con oltre 70 ettari di terreno tra Corleone e Mezzojuso dove coltivano cereali e foraggio. Irene, Gioacchina e Marianna Napoli dopo la morte del padre, dicono di aver subito minacce e intimidazioni mafiose per costringerle a cedere l’attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l’uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni. “Chiediamo che si faccia chiarezza – dice l’avvocato Giorgio Bisagna – si sta parlando di un vescovo ortodosso che aveva rapporti con un Monastero a Mezzojuso dove non esiste un Monastero ortodosso ma bizantino”. “Stanno calunniando il nostro operato – dicono – è vergognoso quello che scrivono sui social. Addirittura c’è gente che ci ha tolto il saluto. Siamo isolate. Ci chiamano ‘amiche degli sbirri'”.
Nel 2002 da una informativa del Ros era emerso che Salvatore Napoli fosse vicino ad ambienti di Cosa nostra. “Qui abbiamo solo una sentenza di calunnia del 1974 nei confronti di un soggetto, Francesco Bonanno, che vedeva il signor Napoli come vittima della calunnia – dice Bisagna – non abbiamo altre sentenze. Sono tutte calunnie. Quindi ci chiediamo come mai il Ros non abbia tenuto conto nell’informativa della sentenza sulla calunnia del 1974. Le sorelle Napoli dopo la morte del padre, nel 2006, dicono di aver subito minacce e intimidazioni mafiose per costringerle a cedere l’attività. Le tre donne hanno denunciato danneggiamenti, l’uccisione dei propri cani, sconfinamenti di vacche che vanno nei loro terreni. Il sindaco di Mezzojuso sostiene di non aver mai avuto notizia dalle sorelle Napoli (una lavora in Municipio) di queste minacce.
“Perché ci sono questi attacchi? – si chiede l’avvocato Bisagna – con veline e non con atti giudiziari? Con personaggi improbabili. Perché? Raccontano un isolamento oggettivo e vengono messe loro sul banco degli imputati perché hanno osato raccontare un clima sociale che non ha paragoni in tutta la provincia di Palermo. Invece di dare solidarietà alle sorelle e sostenerle si è creato questo clima di isolamento”.

Exit mobile version