Home Nazionale Manovra: Confapi Padova, pericolo collasso per le aziende che ricorrono al credito (2)

Manovra: Confapi Padova, pericolo collasso per le aziende che ricorrono al credito (2)

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(AdnKronos) – “L’eventuale irrogazione di sanzioni all’Italia da parte della Commissione Ue costituirebbe un problema anzitutto perché sottrarrebbe circa 4 miliardi al budget di spesa del Paese. Si tratta di un decimo del valore della manovra in discussione oggi, salvi gli eventuali incrementi sanzionatori di anno in anno. Ma il conto più salato sarebbe quello indotto dall’inevitabile, ulteriore aumento dello spread. Le sanzioni arriverebbero infatti alla fine di un articolato processo fatto di raccomandazioni continue da parte della Commissione Ue e di continui dinieghi ad ipotesi di compromesso da parte del Governo italiano. Le sanzioni avrebbero così l’effetto di stressare al massimo la tensione sui titoli di stato, innescando una dannosissima stretta creditizia”, sottolinea l’avvocato Cecchinato.
“Quando, cioè, si arrivasse alle sanzioni, sul campo avremmo già lasciato ogni briciolo di fiducia residua di cui ancora si poteva godere. Di fronte ad un braccio di ferro spinto così tanto da far rischiare al Paese persino le sanzioni Ue, gli investitori tornerebbero infatti a sbarazzarsi dei titoli di Stato detenuti in portafoglio non ritenendo il Governo degno di fiducia. I detentori di titoli potrebbero cioè pensare che se il Governo è disposto a correre il rischio di sanzioni per una battaglia di principio, allora potrebbe essere capace di ogni cosa, compresa l’uscita dall’euro con conseguente ridenominazione in lire svalutate dei titoli di debito”, sottolinea.
L’analisi dell’avvocato Cecchinato dipinge scenari foschi: “La vendita di titoli di Stato spingerebbe di nuovo in su lo spread (perché in borsa ordini di vendita massicci fanno paventare gravi perdite all’orizzonte e vengono considerati manifestazione di un aumento del rischio) che con tutta probabilità potrebbe sforare la soglia, oggi considerata limite, di 400 punti base. Gli effetti principali sarebbero due: da una parte il bilancio dello Stato verrebbe gravato di nuove enormi spese per interessi, dall’altra la perdita di valore dei titoli pubblici determinerebbe anche una diminuzione dei patrimoni delle banche che hanno titoli in portafoglio e che sarebbero così costrette a sottrarre risorse all’erogazione di credito per destinarle a copertura di tali diminuzioni patrimoniali (si consideri che le banche italiane hanno in pancia oltre 370 miliardi di titoli di Stato)”.