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Migranti: inchiesta Diciotti, domani gli atti da Procura Agrigento ai pm di Palermo

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Palermo, 30 ago. (AdnKronos) – Verranno inviati domani dalla Procura di Agrigento ai pm di Palermo, come apprende l’Adnkronos, gli atti del fascicolo contenente l’iscrizione nel registro degli indagati del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del capo di gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi. I due sono indagati per abuso d’ufficio, arresto illegale, sequestro di persona a scopo di coazione e omissione di atti di ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla nave ‘Diciotti’ della Guardia costiera. La trasmissione del fascicolo ha subito il ritardo di qualche giorno perché ieri il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che coordina l’inchiesta e la segue in prima persona, ha chiesto l’identificazione dei migranti per assicurare loro la piena tutela legale e un contraddittorio. In particolare, si tratta dei migranti che avevano diritto a fare il proprio ingresso sul territorio italiano, come gli eritrei, ma anche dei minori e delle donne violentate e che sono state trattenute illegalmente, secondo l’ipotesi del pm, a bordo della nave per diversi giorni. I pm stanno lavorando si questioni tecnico-giuridiche da inserire in una memoria che domani accompagnerà il fascicolo. Il Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, attende dai colleghi di Catania, ad esempio, i nomi dei tutori nominati per 23 minori non accompagnati che si trovavano a bordo della nave Diciotti.
Sarà poi la Procura di Palermo, dopo avere ricevuto gli atti dal Procuratore Patronaggio, a inviare gli atti al Tribunale dei ministri, che è la sezione specializzata del tribunale ordinario competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni. La materia è regolata dalla legge costituzionale 16 gennaio 1989, n. 1, che ha modificato, tra gli altri, l’art. 96 della Costituzione il quale prevede che “Il Presidente del Consiglio dei ministri e i ministri, anche se cessati dalla carica, sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale”.
Presso il tribunale ordinario del capoluogo del distretto di Corte d’Appello è istituito un collegio composto di tre membri effettivi e tre supplenti, estratti a sorte tra tutti i magistrati in servizio nei tribunali del distretto che abbiano da almeno cinque anni la qualifica di magistrato di tribunale o qualifica superiore. Il Presidente del Tribunale dei ministri è Fabio Pilato, 52 anni, che fino a poco tempo fa aveva ricoperto la carica di giudice tutelare proprio presso il Tribunale di Palermo. Qui è stato tra gli ideatori del protocollo d’intesa siglato insieme con l’amministrazione comunale di Palermo per garantire l’accompagnamento ai minori sbarcati da soli sulle coste siciliane. Prima ancora si è anche occupato di rifugiati e riconoscimento di status e protezione sussidiaria. L’altro giudice è Filippo Serio che proviene dal Tribunale del Riesame. Nel 2011 il suo nome è finito in una lista nera di “amici degli immigrati” pubblicata su un sito neonazista (Stormfront). Il suo nome finì su quella lista perché aveva annullato la misura cautelare per un migrante perché l’ordinanza non era stata tradotta in lingua inglese. Inoltre il giudice è stato anche in prima linea nelle inchieste sulle spese pazze dell’Assemblea regionale siciliana. Infine c’è Giuseppe Sidoti che ha una esperienza di magistrato fallimentare.