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Milano: criminologa, nelle scuole a educare ad affettività sana

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Milano, 15 dic. (AdnKronos) – “Ora è il momento di educare le nuove generazioni a un’affettività sana. Andiamo nelle scuole. Io sto iniziando a farlo. E portiamo in giro come ha fatto l’Aispis con il suo camper, nelle principali piazze italiane, un messaggio di educazione che è soprattutto di prevenzione. Mai più omuncoli come Alessandro Garlaschi”, così Antonella Cortese, criminologa e vicepresidente dell’Accademia italiana delle scienze di polizia investigativa e scientifica, dopo che il gup di Milano, con rito abbreviato, ha condannato all’ergastolo Alessandro Garlaschi, il tranviere accusato dell’omicidio della 19enne Jessica Valentina Faoro, lo scorso 8 febbraio. L’uomo poi diede fuoco al corpo per cercare di infilarlo in due borsoni.
“Stefano Faoro, il padre di Jessica, ha dichiarato – ricorda Cortese – di non provare odio ma indifferenza per un uomo inutile, un omuncolo, aggiungendo che ‘questa sentenza non mi ridarà mia figlia, non mi ridarà un futuro’. In queste parole del padre della giovane Jessica, brutalmente uccisa, colpiscono in modo particolare due affermazioni: “’omuncolo’ e ‘senza futuro'” rileva la crimonologa.
“Quando si capirà – domanda – che si deve investire sull’educazione dei giovani se si vuole sconfiggere questo cancro sociale? Dobbiamo crescere degli uomini, consapevoli e forti di esserlo, non degli omuncoli e dei mezzi uomini che trovano nella violenza la loro sola affermazione che è repulsione per la vita stessa. Futuro, dobbiamo ridarlo ai giovani, alle donne, alla società tutta, una speranza di futuro. Proprio come una promessa in cui tutti dobbiamo tornare a credere affinché sia davvero migliore. La società sa tutto sulla violenza sulle donne, o di certo ne sa abbastanza. E’ un po’ come quando si facevano le pubblicità istituzionali contro l’Aids ma – conclude- non si diceva chiaramente di usare il preservativo”.