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Moda: Cnmi, amareggiati da articolo Nyt, filiera italiana sotto attacco

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Milano, 21 set. (AdnKronos) – “L’articolo pubblicato ieri del New York Times sul lavoro irregolare nella filiera della moda italiana ci amareggia e ci lascia perplessi per tanti motivi”. Così la Camera Nazionale della Moda Italiana dopo l’articolo pubblicato dalla testata americana che paragona l’Italia al Bangladesh per casi di manifattura a basso costo. “Come lo scrittore Edoardo Nesi riconosce nel suo acclamato libro History of My People pubblicato nel 2013, la filiera italiana è da molto tempo sotto attacco. Cnmi e i suoi soci si impegnano da tempo al fine di rendere la filiera italiana resiliente, equa e tutelante su tutti i fronti. E’ un processo complicato che richiede tempo. Non ci sono soluzioni facili ma con il nostro Tavolo di Lavoro sulla Sostenibilità abbiamo già ottenuto concreti risultati e continuiamo a implementare soluzioni costruite su fatti in un’ottica di sistema” si legge in una nota.
Purtroppo, viene fatto notare, “questi risultati e progressi sono stati omessi nell’articolo del Nyt che ha invece voluto trattare un caso circoscritto per inquadrare un contesto più ampio, perdendone il senso generale. Ad esempio, l’articolo del Nyt giustamente riconosce che l’ultima statistica sul lavoro irregolare risale al 1973. L’unica statistica recente citata è di Tafia Toffanin, l’autore di Fabbriche Invisibili che stima che “attualmente ci sono da 2.000 a 4.000 lavoratori irregolari nella produzione di abbigliamento”.
Ma, evidenzia l’ente camerale, “se si considera il contesto di una grande industria, che impiega 620.000 persone in 67.000 aziende, emerge chiaramente come i lavoratori irregolari rappresentino un’anomalia. Il nostro dato statistico ottimale sarebbe ovviamente pari a zero, tuttavia questo scenario dimostra che stiamo affrontando positivamente questo problema. Le statistiche più recenti suggeriscono infatti che il numero di lavoratori irregolari è calato del 16% dal 2010 al 2015. Tra tutti i settori che hanno cercato di affrontare questo tema, quello della moda di lusso in Italia ha ottenuto i migliori risultati.L’articolo del NYT fornisce un quadro inesatto anche sullo status dell’Italia riguardo i diritti dei lavoratori in generale.