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Nautica, preoccupazione per i dazi

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Genova, 14 giu. (Adnkronos) – “Come associazione europea abbiamo fatto una lettera a firma mia e del presidente dell’associazione americana, con l’endorsement dell’associazione mondiale del settore, spiegando perché vogliamo essere lasciati fuori dai dazi. E’ stata portata al Congresso Usa e da noi al Parlamento Ue. Ucina inoltre ha fatto una lettera scrivendo al presidente Tajani e al gruppo di parlamentari europei provenienti dall’Italia chiedendo di aiutarci a far togliere i prodotti della nautica, barche e motori,dalla lista di quelli in ritorsione che il parlamento Ue sta preparando”. Lo ha spiegato Piero Formenti, vicepresidente di Ucina Confindustria Nautica e presidente di Ebi (European Boating Industry), l’associazione europea che riunisce le varie organizzazioni nazionali degli operatori nautici.
Formenti lo ha detto a margine del convegno Satec 2018 di Rapallo commentando le preoccupazioni sul tema dei dazi, i rischi e le azioni intraprese per quanto riguarda le ripercussioni sul settore della nautica. Il timore, oltre a quello per l’imposizione dei dazi americani su alluminio o acciaio, nasce dai dazi di ritorsione già programmati dalla Ue che, se nulla cambia, dovranno essere confermati il 20 giugno. 
“Il problema – ha ricordato – sono i dazi che l’Europa sta pensando di imporre sulle importazioni di prodotti nautici dagli Stati Uniti che chiaramente causerebbero una ritorsione da parte degli Usa sulle esportazioni. I rischi sono grossi e duplici soprattutto perché la nautica italiana conta molto sul mercato americano e quindi ne verrebbe altamente penalizzata”. 
Come spiegato da Formenti la situazione preoccupa anche perché gli stessi prodotti statunitensi importati sul mercato italiano ed europeo “danno lavoro e fanno fare business a delle reti di vendita – aggiunge il vicepresidente Ucina – concessionari e importatori. Sicuramente è una situazione nella quale tutti hanno da perdere e nessuno da guadagnare”.
La lettera indirizzata a Tajani durante l’ultima assemblea Ebi è stata richiesta dagli altri soci membri, tradotta in inglese, per poterla utilizzare come traccia per fare la stessa con i diversi parlamentari Ue nei rispettivi paesi d’appartenenza degli associati.L’obiettivo: “Fare un po’ di lobbyng  – conclude Formenti – in protezione di un settore che non solo crea lavoro per tante persone ma nell’indotto e nelle zone in cui si sviluppa il turismo nautico il moltiplicatore sull’employment è di circa 7 volte: per ogni dipendente dell’industria nautica si generano 7 dipendenti nei settori collegati”.