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Novartis, 200 milioni per R&S in Italia

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Roma, 22 nov. (AdnKronos Salute) – Ben 200 milioni di euro di nuovi investimenti in ricerca e sviluppo nel prossimo triennio in Italia. Ad annunciarli l’azienda farmaceutica svizzera Novartis, in occasione della presentazione oggi a Roma dello studio ‘Il valore (e i valori) di Novartis per il sistema Paese ‘ realizzato da The European House – Ambrosetti.
Dall’indagine emerge la capacità dell’azienda di trasferire valore all’intero sistema: l’impegno nell’innovazione e nella produzione farmaceutica mette infatti in movimento un volano in grado di generare effetti positivi sull’occupazione, sulla filiera e di fatto su tutta la società italiana, a partire dal settore salute: con un contributo complessivo al Pil nazionale di 1,1 miliardi di euro, l’attivazione di una filiera italiana di 2.300 imprese, 4,6 posti di lavoro aggiuntivi per ognuno degli oltre 2.400 dipendenti diretti, investimenti per oltre 390 milioni di euro negli ultimi 5 anni, una produzione fortemente orientata all’export, Novartis gioca un ruolo chiave nello sviluppo economico del Paese, apportando benefici per le finanze pubbliche pari a circa 450 milioni di euro.
In più, gli investimenti in ricerca effettuati dal colosso elvetico in Italia sono tra i più alti del settore e finanziano un numero consistente di studi clinici. E continueranno nei prossimi anni. “Credo che i numeri che presentiamo oggi mostrino con chiarezza il valore che la nostra azienda produce per il Paese, e rendano necessario guardare al settore salute come volano di crescita e non più solo come un costo”, ha sottolineato Pasquale Frega, country president Novartis in Italia.
Emerge sempre più la consapevolezza della necessità di un cambio di paradigma nel modello di sviluppo per un’Italia più sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale – afferma Enrico Giovannini, professore ordinario di Statistica economica dell’Università di Roma Tor Vergata e portavoce dell’Alleanza nazionale per lo sviluppo sostenibile -Asvis. “Occorre ora lavorare per introdurre nuovi modelli di governance orientati alla sostenibilità, unica via per garantire crescita e benessere nel lungo periodo a tutti gli attori del sistema”.
L’industria farmaceutica italiana, che nel 2018 ha superato i 31 miliardi di euro per valore della produzione diventando campione europeo, dimostra di essere trainante rispetto ad altri comparti del Paese: confermandosi tra i più internazionalizzati, con un’elevata propensione alle esportazioni e tra i maggiori contributori di Pil tra i settori hi-tech. Una capacità innata di stimolare innovazione, produttività e attrarre investimenti esteri come dimostrato dal caso Novartis.
“Sappiamo che esiste una relazione positiva diretta tra investimenti in R&S e crescita del Pil del Paese. Diventa ancora più importante quindi parlare di innovazione a livello di Sistema Paese”, sottolinea Valerio De Molli, Managing Partner e Ceo di The European House – Ambrosetti. “Il settore farmaceutico, all’interno del sistema salute, è uno dei settori a più alta intensità di R&S, ad alto valore aggiunto e fornisce un grande contributo alla crescita economica e sviluppo del nostro Paese. L’applicazione del nostro modello dei 4 Capitali al caso Novartis evidenzia i valori generati nell’ambito del capitale economico, sociale, umano e ambientale”.
Come dimostra lo studio presentato oggi a Roma, gli indicatori che esprimono il valore creato da Novartis sono spesso sopra la media dello stesso settore farmaceutico e, in misura consistente, sopra quella complessiva dell’industria italiana. Queste evidenze derivano dall’applicazione del modello dei 4 Capitali, elaborato da The European House – Ambrosetti da cui emerge il significativo impatto di Novartis sul territorio italiano in termini di capitale economico, sociale, umano e ambientale. L’azienda in Italia ha realizzato nel 2017 un fatturato pari a 1,64 miliardi di euro, apportando un valore aggiunto di circa 360 milioni: una ricchezza che si trasferisce tanto nell’attivazione di una filiera tutta italiana, che coinvolge 2.300 diversi fornitori nazionali per un valore totale di 267 milioni di euro, quanto nelle finanze pubbliche italiane.
Sommando infatti le imposte, il pay-back, la cosiddetta cost avoidance, derivata dall’ampio numero di studi clinici, e la riduzione di spesa ottenuta grazie a farmaci generici e biosimilari, nel 2017 il Ssn ha ricavato dalle attività Novartis benefici di circa 447 milioni di euro. Complessivamente, il valore aggiunto totale che il Gruppo porta al sistema Paese (includendo quindi effetti diretti e indiretti e l’impatto estero e domestico) è pari a 3,1 euro di Pil generato per ogni euro prodotto direttamente dall’azienda, per un totale di 1,1 miliardi di euro. Rilevante, in termini economici, il contributo offerto dalle attività produttive, concentrate nei due siti industriali di Rovereto (Trento) e Torre Annunziata (Napoli) e orientate in misura pressoché totale all’export. Nel 2017 le esportazioni hanno raggiunto il valore di 154 milioni di euro. A Torre Annunziata viene prodotto l’innovativo farmaco per lo scompenso cardiaco sintomatico cronico.
Salute e miglioramento della qualità della vita è l’impegno di Novartis attraverso lo sviluppo di innovative terapie: nel 2017 l’azienda ha ottenuto in Europa 14 tra nuove registrazioni e indicazioni di farmaci, confermandosi tra le prime aziende nello sviluppo di farmaci innovativi. In Italia, degli oltre 390 milioni investiti negli ultimi 5 anni, il 79% è stato dedicato alla R&S. Gli investimenti in R&S per occupato sono del 13% più alti rispetto alla media del settore farmaceutico. Considerando un paniere di 25 farmaci oggetto di un’analisi sperimentale, si calcola che tali farmaci generino un impatto sociale totale stimato in circa 1,5 miliardi di euro.