Home Nazionale Oli lubrificanti, Italia capofila in Ue per raccolta e rigenerazione

Oli lubrificanti, Italia capofila in Ue per raccolta e rigenerazione

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Rimini, 8 nov. (AdnKronos) – Oltre 183mila tonnellate di oli lubrificanti usati raccolte nel 2017, il 99% delle quali avviate al riciclo tramite rigenerazione, con un risparmio di 56 milioni di euro sulla bilancia petrolifera del Paese. E in un anno la raccolta è passata da 177mila a 183mila tonnellate, un incremento del 3% che ha avuto importanti ricadute in termini di salvaguardia ambientale: se le 6mila tonnellate in più fossero tutte state sversate in acqua, avrebbero potuto inquinare una superficie pari a 30 volte il Lago di Garda.
Sono alcuni dei dati emersi dal Green Economy Report 2017 presentato oggi dal Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati (Conou) alla Fiera Ecomondo di Rimini.
Le imprese del sistema Conou hanno recuperato il 45% del totale immesso al consumo, un dato in aumento dell’1% rispetto al 2016: secondo il Geir (Groupement Européen de l’Industrie de la Régénération) si tratta del massimo quantitativo raccoglibile, considerando che oltre il 50% degli oli si consuma durante l’utilizzo.
La performance conferma il primato dell’Italia in questo settore della green economy: rispetto all’Europa, il nostro Paese raccoglie un maggiore quantitativo di oli in relazione all’immesso al consumo (45% contro 41%) e ne avvia a rigenerazione il 99% contro una media Ue del 55%.
Nel 2017 il Consorzio ha avviato a riciclo tramite rigenerazione 183mila tonnellate di oli lubrificanti usati, producendo 112mila tonnellate di basi rigenerate e oltre 50mila tonnellate di oli leggeri, gasoli e bitumi. Gli oli usati avviati a recupero hanno consentito, grazie alle importazioni di greggio evitate, un risparmio di 56 milioni di euro sulla bilancia petrolifera italiana: il dato è in aumento di ben 9 milioni rispetto ai 47 del 2016.
I risultati del Conou hanno contribuito a ridurre, in misura significativa, anche le emissioni di CO2 e i consumi di acqua, materia e suolo, dando vita a un bilancio ambientale netto positivo misurato attraverso quattro parametri: 44mila tonnellate di emissioni di CO2 equivalente evitate (Carbon footprint), un contributo pari alle emissioni medie di 26mila veicoli del parco circolante nazionale; 520mila metri cubi d’acqua risparmiati (Water footprint), un volume equivalente a 208 piscine olimpioniche; 262mila tonnellate di risorse naturali, fossili e minerali, non consumate (Material footprint), un peso pari a 26 Torre Eiffel; 784 ettari di territorio risparmiati (Land footprint), una superficie che consentirebbe la produzione di 2.783 tonnellate di grano.
“Questi risultati – afferma il presidente del Conou, Paolo Tomasi – confermano l’efficacia di una filiera radicata nel territorio, improntata all’innovazione e orientata agli adempimenti della propria mission ambientale: incrementare la raccolta e migliorarla dal punto di vista qualitativo, per mantenere elevati i quantitativi di riciclo tramite rigenerazione”.
Negli ultimi anni, rispetto ai quantitativi di olio lubrificante usato immessi al consumo in Italia, il peso del settore industriale (51%) assume un’importanza crescente rispetto a quello dell’autotrazione. Per questo motivo il Conou ha presentato oggi anche la campagna itinerante CircOILeconomy, che con la collaborazione di Confindustria punta a migliorare la qualità dell’olio lubrificante usato proveniente dal settore. Il roadshow prevede tappe in tutte le regioni, con giornate di formazione sulla corretta gestione di questo rifiuto con le aziende del territorio: può accadere infatti che le industrie non siano aggiornate sulle modalità di stoccaggio dell’olio usato che, se contaminato o miscelato con altre sostanze, rende il processo di rigenerazione molto costoso o addirittura impossibile.
“Così – spiega Tomasi – migliorerà la qualità del rifiuto avviata alla rigenerazione, e di conseguenza la resa delle raffinerie, con una riduzione dei costi; in questo modo si eleverà ulteriormente l’efficacia di una filiera già molto performante, rendendo le imprese protagoniste di un sistema virtuoso di economia circolare”.