Home Nazionale Pd: vigilia congresso in attesa Minniti-Martina, Renzi guarda a Europee/Adnkronos

Pd: vigilia congresso in attesa Minniti-Martina, Renzi guarda a Europee/Adnkronos

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Roma, 10 nov. (AdnKronos) – Nicola Zingaretti è partito da tempo. Marco Minniti scioglierà in settimana. E Maurizio Martina, oggi all’assemblea degli under 35 dem, per la prima volta smette i panni del segretario ‘unitario’ tenuto in questi mesi e si propone con un intervento, nei toni (con un duro attacco a Matteo Renzi) e nella sostanza (con una precisa piattaforma programmatica) che molto somiglia a una discesa in campo. Del resto, si fa sapere, è forte la pressione sul segretario uscente per una candidatura che “provi a salvare l’unità del Pd, aprendo a nuove energie del centrosinistra ed evitando le derive estreme e lo scontro renziani-antirenziani”.
Insomma, a una settimana dall’assemblea nazionale che darà il via ufficiale al congresso Pd, la griglia di partenza va delineandosi. E le premesse sono quelle di un confronto che rischia di essere aspro per i dem, se non lacerante visto lo ‘sfogatoio’ dei renziani a Salsomaggiore. C’è stata l’evocazione della scissione in quella riunione, il possibile addio a un partito che “rischia di tornare al Pds” in caso di vittoria di Zingaretti. Lo hanno accennato Roberto Giachetti, Beppe Fioroni, Sandro Gozi, Luigi Marattin e anche Ettore Rosato.
Al di là dello sfogo, la sintesi della riunione (‘non è una corrente’, ripete l’ex-premier) è che per ora si sta nel Pd e si partecipa al congresso sostenendo Minniti. Senza troppa enfasi, però. L’assenza del probabile candidato non è piaciuta a molti in platea. “Lo dovremmo sostenere e nemmeno si presenta”, il commento in sala. Andrea Marcucci ha posto alcune ‘condizioni’ per l’appoggio a Minniti: una piattaforma riformista in continuità con le politiche di Renzi e una lista d’area al congresso. Per i renziani, però, la vera cartina tornasole saranno le Europee. Il posizionamento del Pd in quella competizione sarà decisivo. Ed è lo stesso Renzi a lasciarlo intendere quando dice rivolgendosi alle “anime belle delle sinistra”: “Macron non è il nostro avversario ma il nostro principale alleato” contro i sovranisti.