Home Nazionale Pediatria: l’esperta, yoga a scuola per socializzare e gestire le emozioni

Pediatria: l’esperta, yoga a scuola per socializzare e gestire le emozioni

0

Roma, 8 gen. (AdnKronos Salute) – La pratica dello yoga come strumento pedagogico per educare i bambini all’accoglienza e all’accettazione, aiutandoli ad avere una maggiore attenzione verso il proprio corpo e a capire meglio le proprie emozioni. Sono numerosi, infatti, i benefici nei bambini della scuola dell’infanzia e primaria, soprattutto per quelli più “turbolenti o con problemi di linguaggio, che grazie allo yoga arrivano ad apprezzare i momenti di calma e lo stare in gruppo”. A spiegarlo all’AdnKronos Salute è Chiara Iacomuzio, co-autrice insieme a Maurizio Morelli del libro ‘Yagabimbi’ (edizioni Red!), che con oltre 100 esercizi, posizioni, giochi, tecniche di rilassamento e meditazione offre una rassegna pratica e completa di ciò che occorre per organizzare un corso di yoga per bambini da 3 a 11 anni.
Iacomuzio, che tiene corsi di yoga per adulti, bambini, future mamme e neogenitori con i loro piccoli, sottolinea come oggi “molti bambini faticano anche a stare in gruppo, ma attraverso lo Yoga imparano a capire quando sono tristi o arrabbiati e cosa possono fare in questi momenti, come ad esempio utilizzare tecniche di respirazione che li aiutano a calmarsi. I benefici mentali sono molti, così come quelli fisici – evidenzia l’autrice – A livello posturale, lo yoga è una disciplina che aiuta i bambini a muovere ogni singola parte del corpo. Si tratta di una pratica completa a 360 gradi. Si parte dalla respirazione, dalla postura e si arriva a capire quali sono i principi universali che ci aiutano a vivere meglio nel mondo e con gli altri”.
“Questo per la scuola rappresenta un valore aggiunto”, sottolinea Iacomuzio, che per molti anni ha insegnato yoga nelle scuole materne, per passare poi alle elementari: “Lo yoga potrebbe essere potenzialmente insegnato in tutte le scuole – osserva – ma questo dipende dai fondi disponibili. Nel mio percorso ho avuto la fortuna di trovare dirigenti illuminati. Ci deve essere un interesse soprattutto da parte di queste figure. Bisogna definire un percorso, ci vuole tempo e pazienza, ma i risultati poi sono evidenti: spesso sono stata richiamata perché classi che prima erano turbolente, poi riuscivano a fare esercizi di rilassamento e gestire le lezioni senza problemi”.
“La competizione e il dover arrivare primi a tutti i costi sono concetti che non esistono – ribadisce l’autrice – i bambini vengono spronati a fare del proprio meglio, senza punizioni, senza ‘primo’ o ‘secondo’. I piccoli vengono sollecitati, ma senza sottolinearne gli errori. Nel libro spieghiamo in maniera molto pratica come proporre ai bambini la filosofia alla base di questa disciplina, il rispetto per la natura e per il prossimo, l’accoglienza della diversità, i principi della non-violenza e il rispetto per tutte le creature dell’universo”.
“Tutto viene proposto sotto forma di gioco – aggiunge Iacomuzio – e spieghiamo come catturare il più possibile l’attenzione del bambino attraverso una canzoncina, una filastrocca o una storia, senza sgridarlo. Gli schemi delle lezioni variano in base alle fasce di età. Una lezione per bambini di 4 anni sarà diversa rispetto ad una per bambini di 9 anni. Man mano che l’età aumenta, anche la soglia di attenzione aumenta, e si possono fare lezioni più articolate”, conclude.