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Pediatria: under 16 e diabete, 1 su 3 stressato da gestione malattia

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Milano, 14 nov. (AdnKronos Salute) – “Come è andata a scuola? Ti hanno controllato la glicemia? L’insulina? Cosa hai mangiato esattamente?”. Quando si convive con un compagno di vita scomodo come il diabete di tipo 1, per un under 16 lo schema delle conversazioni con mamma e papà è più o meno sempre questo. A raccontarlo sono proprio loro, i baby-pazienti. Le ansie, il peso della malattia sulla quotidianità, le ripercussioni sui caregiver, i disagi sono stati fotografati da diversi studi e occupano le pagine di riviste scientifiche come per esempio di recente l’americana ‘Diabetic Medicine’, secondo cui i giovani diabetici sono soprattutto preoccupati di non saper gestire la malattia. E’ uno dei fattori che più alzano il livello di stress in un terzo degli under 16 con diabete 1, che in Italia sono circa 11 mila.
Da un lato le loro personali paure, dall’altro quelle della famiglia. I lavori che hanno sondato la vita dei baby-diabetici e i loro sentimenti segnalano l’angoscia e il senso di fallimento quando non si è in grado di raggiungere gli obiettivi glicemici, ma anche il rischio depressione che può concretizzarsi in alcuni casi durante l’adolescenza, per le difficoltà con cui occorre misurarsi in un’età di per sé difficile e piena di cambiamenti. Il diabete scandisce le giornate come un orologio. Per le ragazze c’è anche la paura di ingrassare: secondo le ricerche, hanno una maggiore incidenza di sovrappeso e obesità e possono andare incontro a disturbi del comportamento alimentare, tendono a mangiare meno, a non seguire la terapia (omettendo anche i boli) con relativo rischio di complicanze.
“Lo stress ha un forte impatto sulla glicemia, provocando picchi ipoglicemici sui spesso seguono crolli improvvisi, e questo scombina tutta la sottile strategia ed equilibrio del tenere la glicemia e le temute crisi ipoglicemiche sotto controllo – spiega Valentino Cherubini, direttore della Sod (Struttura organizzativa dipartimentale) Diabetologia pediatrica agli Ospedali Riuniti di Ancona – Lo stress e gli effetti che produce sulla glicemia sono pericolosi quanto saltare i pasti. E il problema non esiste solo a scuola, coinvolge tutte le attività dei ragazzi. Le emozioni sia positive sia negative disegnano una specie di mappa della glicemia nella giornata”, specchio di “come il bambino o ragazzo si è comportato, ha sentito psicologicamente”.
I diabetologi, i medici di famiglia e i pediatri stanno concentrando molti dei loro sforzi sul nodo della gestione familiare e personale del diabete. Se in partenza sono i genitori la vera ‘bussola’, crescendo le responsabilità dei ragazzi aumentano. E lo stress di non farcela, di non essere all’altezza, di sbagliare può essere un ostacolo su questo percorso, evidenziano gli esperti.
“A casa il primo ‘device medicale’ è la mamma. La tecnologia permette di avere una costante ‘vice mamma’ che dialoga wireless, incidendo anche sullo stress del bambino, che dopo un po’ può dimenticarsi di ricordare a sé e agli altri la misurazione e la puntura – osserva Cherubini – Oggi grazie ai sistemi di microinfusione continua è possibile ovviare al disagio di iniettarsi l’insulina più volte al giorno, e grazie alla tecnologia del monitoraggio continuo (allarmato e visualizzabile a distanza) si può avere sotto controllo in tempo reale la propria glicemia senza ricorrere a continue punture. Fin da piccoli i pazienti possono contare su dispositivi sicuri, la cui efficacia e affidabilità sono provate da numerosi studi scientifici e dalla pratica clinica”.
Nell’armamentario messo a disposizione dalle tecnologie più avanzate si va dai cerotti intelligenti che gestiscono la terapia a sistemi impermeabili che consentono di praticare sport, nuotare, fare la doccia, fino a strumenti sempre più precisi e completi come i sistemi di monitoraggio glicemico continuo, dotati di allarmi personalizzabili, alert via cellulare in caso di variazioni non in linea con quanto stabilito dal medico, avvisi predittivi di ipoglicemia, possibilità di condivisione di dati a distanza e di mettere in campo interventi preventivi e correttivi al fine di mantenere o ricondurre la glicemia in un range fisiologico.