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Pediatria: Unicef-Oms, 3 bimbi su 5 non vengono allattati in prima ora vita

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Roma, 31 lug. (AdnKronos Salute) – Secondo il nuovo rapporto dell’Unicef e dell’Oms Capture the Moment (Cogli l’attimo), è stato stimato che circa 78 milioni di bambini – o 3 su 5 – non vengono allattati nella prima ora di vita, essendo così esposti ad un rischio più alto di morte e malattie e avendo meno probabilità di continuare ad essere allattati. La maggior parte di questi bambini è nato in paesi a basso e medio reddito. Secondo il rapporto, i tassi di allattamento nella prima ora dopo la nascita sono più alti in Africa Orientale e Meridionale (65%) e più bassi in Asia Orientale e nel Pacifico (32%). Circa 9 bambini su 10 nati in Burundi, Sri Lanka e Vanuatu sono allattati nella prima ora, rispetto a solo 2 bambini su 10 nati in Azerbaijan, Ciad e Montenegro.
Il rapporto rileva che i neonati allattati nella prima ora di vita hanno molte più probabilità di sopravvivere. Anche un ritardo di poche ore dopo la nascita può avere conseguenze letali. Il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno stimolano la produzione del latte nella madre, compreso il colostro – chiamato anche ‘primo vaccino’ del bambino, estremamente ricco di nutrienti e anticorpi.
“Quando si tratta di iniziare ad allattare, il tempismo è tutto. In molti paesi può anche rappresentare una questione di vita o di morte” ha dichiarato Henrietta H. Fore, direttore generale Unicef. “Eppure ogni anno, milioni di neonati non hanno la possibilità di beneficiare dell’allattamento subito dopo la nascita e le ragioni – troppo spesso – sono aspetti che possiamo cambiare. Le madri semplicemente – ha proseguito – non ricevono abbastanza supporto per allattare nei primi minuti fondamentali dopo la nascita, anche dal personale medico nelle strutture sanitarie”.
“L’allattamento dà ai bambini il miglior inizio di vita possibile”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms. “Dobbiamo urgentemente – ha aggiunto – aumentare il supporto alle madri, sia che provenga da membri della famiglia, sia da operatori sanitari, datori di lavoro o governi, così che possano dare ai propri bambini l’inizio di vita che meritano”.
Il rapporto chiede ai governi, donatori e altri decision maker di adottare forti misure legali per limitare la commercializzazione di formule o altri sostituti del latte materno.