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Ponte Morandi: capo periti Aspi, crollo non per cedimento stralli

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Roma, 18 dic. (AdnKronos) – Il cedimento degli stralli non è stata la causa del crollo del Ponte Morandi e lo confermerebbero anche le prime evidenze delle analisi del laboratori di Zurigo sui reperti. A dichiararlo è Giuseppe Mancini, coordinatore dei periti di Autostrade per l’Italia e professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso il Politecnico di Torino, in relazione alle diverse interpretazioni pubblicate dalla stampa sui primi esiti delle analisi effettuate – e non ancora completate – dal laboratorio Empa di Zurigo su reperti del Ponte Morandi.
“E’ stato scritto che dalle analisi di Zurigo emergerebbe una corrosione media del 50% dei fili che formavano gli stralli e di guaine metalliche mancanti in molti punti dei cavi. Basandomi su alcuni elementi oggettivi e di natura documentale, vorrei provare a fare chiarezza su entrambi questi temi. Innanzitutto – afferma Mancini – va sottolineato che gli esiti di Zurigo, ancorché provvisori e a uno stadio intermedio (su un totale di 3248 fili sono stati osservati e classificati per classi di resistenza solo 2383 fili) evidenziano la piena tenuta statica del Ponte: infatti, interpretando quanto riportato nella nota del laboratorio di Zurigo, con una corrosione media del 50% della totalità della sezione resistente dei fili ci sarebbe ancora un ampio margine di capacità resistente, tale da non poterne causare la rottura”.
“Sarebbero inoltre stati presenti – prosegue Mancini – fenomeni deformativi progressivi, visibili nel tempo da qualsiasi utente autostradale. Questo dato di fatto è stato confermato anche da ricostruzioni indipendenti di autorevoli esperti, che si sono espressi negli scorsi giorni in sede accademica”.