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Ponte Morandi: Cni, continui tagli a manutenzione, 61mila strutture a rischio

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Milano, 14 ago. (AdnKronos) – Il crollo del Ponte Morandi a Genova, probabilmente dovuto a un cedimento strutturale, ripropone il tema degli investimenti e della manutenzione delle opere pubbliche in Italia. Una mancanza di controllo che mette a rischio l’intera Penisola: da una stima Cni, “sulla rete stradale italiana (estesa per 255.000 chilometri) esistono 61.000 ponti e viadotti per una lunghezza complessiva di 38.000 chilometri”.
In particolare, secondo quanto elaborato dal Centro studi Cni (Consiglio nazionale ingegneri) su dati Ance, “la spesa per nuove opere stradali e del Genio Civile è passata tra il 2008 e il 2017 da 16,4 miliardi di euro a 10,4 miliardi”. Nel 2012, la flessione degli investimenti in opere pubbliche (considerando sia le opere nuove che gli investimenti in manutenzione) è stata superiore al 12% e vicina al 10% nel 2013.
Solo a partire dal 2018 è prevista la prima inversione del ciclo negativo, “con un incremento del 2,5%”. La capacità di investimento e di progettazione dello Stato in opere pubbliche si è ridotta “non solo in valore assoluto, ma anche in rapporto agli investimenti complessivi in costruzioni: da poco più del 20% nel 2011, già in piena crisi, si è attualmente al 18,8%”.

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