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Reti ‘Ten-T’, più risorse per porti Mediterraneo e Venezia

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Bruxelles, 27 giu. – (AdnKronos) – Attraverso la realizzazione di reti trans-europee di trasporto (TEN-T) l’Unione Europea intende realizzare entro il 2050 uno spazio unico dei trasporti efficiente e competitivo, a questo fine l’obiettivo al 2030 è di realizzare una rete prioritaria (core network) basata su corridoi, ossia assi di trasporto principali. Entro il 2050 ci si pone l’obiettivo di realizzare una rete secondaria (comprehensive network) che comprenda infrastrutture di collegamento a livello nazionale e regionale. Le reti comprendono ferrovie, strade, porti, aeroporti e terminali ferroviario-stradali ().
Il Porto di Venezia occupa una posizione strategica all’incrocio di due corridoi europei, quello baltico-adriatico e quello mediterraneo, e in prossimità del corridoio scandinavo-mediterraneo che attraversa Verona e Bologna. La Commissione Europea ha riconosciuto il Porto di Venezia quale nodo nonché scalo marittimo e fluviale della rete prioritaria (core) e il Porto di Chioggia come scalo marittimo e fluviale della rete secondaria (comprehensive).
A margine di un incontro tenutosi a Bruxelles sul tema del futuro delle reti TEN-T e del programma di finanziamento CEF, Pino Musolino, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, ha dichiarato che “la nuova via della Seta e la crescita, attesa, del continente africano, sono realtà con cui l’Europa dovrà confrontarsi nei prossimi 50 anni almeno. In tal senso, i porti europei del Mediterraneo, e in particolare i porti italiani, saranno sempre di più snodi logistici fondamentali attraverso i quali l’Europa si connette al medio ed estremo Oriente e al nord Africa”.
“Per questo, il loro sviluppo e il loro collegamento efficiente con la rete dei corridoi europei è una priorità italiana ed europea da cui dipende la crescita sostenibile del sistema produttivo di tutti i Paesi membri. Confidiamo, dunque, – ha proseguito Musolino – che l’aggiornamento del programma Connecting Europe Facility, in corso di redazione, tenga conto di questa necessità”.
“In ballo ci sono oltre 30 mld di euro per lo sviluppo infrastrutturale della rete TEN-T dal 2021 al 2027; non vorremmo assistere ancora una volta a sproporzioni difficilmente accettabili nella dotazione finanziaria riservata all’implementazione della rete trans-europea dei trasporti che, nel periodo 2014-2020, – ha aggiunto – ha indubbiamente favorito il completamento di sistemi portuali-logistici ‘sbilanciati’ rispetto al nuovo baricentro economico e commerciale Europa-Mondo, a discapito di progetti legati allo sviluppo della portualità mediterranea e al collegamento da ultimo miglio”.
I porti appartenenti alla rete TEN-T devono dotarsi entro il 2025 di punti di rifornimento di gas naturale liquefatto GNL come previsto dalla direttiva ‘DAFI’. Uno studio commissionato dall’Autorità di Sistema Portuale di Venezia stima che l’evoluzione dei volumi di consumo porterà lo scalo veneziano ad avere nel 2030 una domanda di 873mila t/anno di GNL per utilizzi stradali (73%), marittimi (19,7%) e portuali/locali (7,3%).
Il Porto di Venezia ha dunque deciso di sostenere il progetto della società privata Venice LNG, presentato oggi a Bruxelles nel corso di un approfondimento dedicato ai temi delle reti TEN-T, che prevede di realizzare un terminal costiero di stoccaggio GNL nel canale Sud a Marghera che sarà in grado di gestire sino a 900 mila mc/anno di gas naturale liquefatto, approvvigionando navi gasiere di media dimensione e operando una distribuzione attraverso bettoline, camion e treni.
“Al fine d’intercettare l’evoluzione del mercato e di anticipare gli obblighi della normativa europea, Il Porto di Venezia ha deciso di sostenere l’iniziativa della società privata Venice LNG per la realizzazione di un terminal costiero di stoccaggio GNL – ha dichiarato Musolino –. Il progetto di Venice LNG s’inserisce in un contesto di mercato particolarmente interessante, visto l’arrivo previsto nei prossimi anni a Venezia delle prime navi da crociera (Costa, Aida, MSC) alimentate a GNL e dei primi ferry dual-fuel, nonché della sperimentazione avviata da imprese locali con flotte di camion alimentati a GNL”.
“Il progetto permetterà, dunque, allo scalo veneziano di divenire l’hub adriatico per il rifornimento delle nuove navi, anticipando le richieste di mercato. – ha continuato Musolino – La realizzazione del sito favorirà, inoltre, la diffusione nei trasporti su gomma e marittimi del gas naturale liquefatto, un carburante in grado di abbattere sensibilmente le emissioni climalteranti in atmosfera e di ridurre a dosi minime le emissioni di ossidi di azoto e di particolato a tutto beneficio dell’ambiente e della salute”.
“La Belt and Road Initiative è stata lanciata già nel 2013, è tempo che l’Europa prenda coscienza di questo grande esperimento geopolitico – ha aggiunto Musolino, –. I Paesi dell’Europa del Sud sono i primi portali di accesso al continente rispetto ai traffici cinesi, dobbiamo dunque lavorare con la Cina per creare delle condizioni di reciprocità e bilateralità affinché la Via della Seta sia anche per noi un’opportunità e non solo un progetto che ruota attorno agli interessi cinesi. I Paesi membri dell’Europa devono parlare e collaborare di più tenendo a mente l’obiettivo ultimo che è lo sviluppo dell’economia e dei nostri territori”.
Le opportunità offerte dalla Via della Seta sono molteplici secondo il presidente Musolino che ha spiegato come “non c’è un’unica Via della Seta, si tratta di un progetto che si snoda attraverso 60 Paesi e che interessa i traffici contenitori, le rinfuse, i materiali complessi e i project cargo. Va evitata ogni contrapposizione tra porti del Nord e del Sud dell’Europa, l’unica strada per intercettare al massimo i traffici è lavorare sull’efficientamento delle nostre offerte e sulla velocità della movimentazione delle merci che risalgono il Mediterraneo attraverso Suez. Dobbiamo migliorare l’intera sistema logistico partendo dal preclearing, dai fast corridors, dallo sdoganamento prima ancora di arrivare a terra, dalla digitalizzazione delle banchine, per garantire la massima fluidità possibile dell’intera catena logistica”.