Home Nazionale Ricerca: colesterolo ‘alleato’ degli over 85 contro il declino cognitivo

Ricerca: colesterolo ‘alleato’ degli over 85 contro il declino cognitivo

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Roma, 5 mar. (AdnKronos Salute) – Colesterolo un po’ come ‘Giano bifronte’ per gli anziani. Sotto accusa per gli effetti cardiovascolari, ora Ldl e Hdl si rivelano un po’ a sorpresa un alleato dei grandi anziani minacciati dal declino cognitivo. Gli ‘over 85’ con valori di colesterolo totale che sono aumentati nella mezza età, infatti, presentano un rischio ridotto di marcato declino cognitivo rispetto a persone più giovani di 10 anni il cui colesterolo era ugualmente elevato. Lo riferiscono i ricercatori del Mount Sinai Hospital, in uno studio su ‘Alzheimer & Dementia’. Insomma, un colesterolo totale elevato in tarda età può rivelarsi uno ‘scudo’ a livello cognitivo.
Ma è proprio il colesterolo a proteggere da demenza e Alzheimer? I ricercatori hanno scoperto che le persone di 85-94 anni con una buona funzione cognitiva, il cui colesterolo totale è aumentato con la mezza età, presentano un rischio ridotto del 32% di marcato declino cognitivo nei successivi 10 anni, rispetto ai 75-84enni: per loro il rischio è aumentato del 50%.
Come leggere questo risultato? Gli scienziati spiegano che i dati non suggeriscono agli anziani di far salire il colesterolo per una migliore salute cognitiva, ma piuttosto che gli 85enni lucidi e con il colesterolo alto probabilmente presentano un qualche fattore protettivo. Un elemento misterioso ma cruciale, che potrebbe aprire la strada alla messa a punto di nuove terapie.
I dati analizzati dal team sono stati ottenuti dal Framingham Heart Study, un celebre studio a lungo termine iniziato nel 1948 con 5.209 soggetti adulti, e ora alla terza generazione di partecipanti. “I nostri risultati hanno importanti implicazioni per la ricerca di fattori genetici e di altro tipo associati a un invecchiamento cognitivo di successo”, sottolinea il primo autore del lavoro, Jeremy Silverman, professore di Psichiatria dell’Icahn School of Medicine al Monte Sinai Hospital.
“Le persone longeve che sono anche in salute dal punto di vista cognitivo nonostante l’alto rischio” di demenza, aggiunge, “dovrebbero essere protagoniste di studi mirati per cercare fattori protettivi e per poter identificare così futuri farmaci e terapie per trattare demenza e Alzheimer”.
Gli studiosi non pensano che “avere il colesterolo alto vada bene per le capacità cognitive a 85 anni, ma la sua presenza potrebbe aiutarci a identificare” geni o “fattori protettivi” chiave, conclude Silverman.