Home Nazionale Ricerca: pupilla specchio della personalità, potrebbe rivelare l’autismo

Ricerca: pupilla specchio della personalità, potrebbe rivelare l’autismo

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Milano, 6 mar. (AdnKronos Salute) – Gli occhi sono davvero lo specchio dell’anima? La scienza sembra confermarlo, aprendo nuove vie per la diagnosi di disturbi come l’autismo. In uno studio pubblicato su ‘eLife’, i ricercatori guidati da Paola Binda dell’università di Pisa ‘zoomano’ sulla pupilla: “Il suo diametro rivela i tratti della nostra personalità”, ipotizza la scienziata nel lavoro condotto insieme a Marco Turi, della Fondazione Stella Maris Mediterraneo, e a David Burr, docente all’università di Firenze. In particolare, indica il team, le fluttuazioni del diametro pupillare davanti a un semplice stimolo visivo potrebbero essere “altamente predittive dei tratti di personalità di tipo autistico”.
In questa prima fase dello studio, Binda e colleghi hanno coinvolto un gruppo di giovani adulti con caratteristiche di autismo posizionabili nella cosiddetta gamma sub-clinica, senza cioè un disturbo diagnosticato. Partendo dal presupposto che “personalità diverse tendono a percepire la realtà in modo lievemente, ma sistematicamente diverso”, le osservazioni hanno dimostrato che “il diametro delle nostre pupille tradisce il contenuto della nostra percezione, quello che vediamo e come lo vediamo. La conseguenza, potenzialmente rivoluzionaria – sottolineano dell’ateneo pisano – è che affiancare i test di personalità con un parametro obiettivo, che si misura in millimetri”, come appunto il diametro pupillare, “potrebbe fornire indicazioni sulla nostra personalità”.
“C’è crescente interesse nello studio della pupilla – afferma Binda – da quando noi, insieme ad altri laboratori, abbiamo dimostrato che il diametro pupillare riflette fedelmente cambiamenti del nostro stato di interesse, attivazione o attenzione. Naturalmente – precisa la ricercatrice – la pupilla si costringe alla luce e si dilata al buio. Tuttavia, piccole fluttuazioni del suo diametro accompagnano spostamenti dell’attenzione: ad esempio, le pupille si costringono quando ci focalizziamo su oggetti più luminosi nel nostro campo visivo, e si dilatano se ci focalizziamo su oggetti più scuri”.
“Il comportamento delle pupille dei nostri pazienti ci può aprire una finestra sulla loro attenzione e percezione”, dice Turi. Infatti “ogni individuo ha una diversa tendenza a focalizzare la propria attenzione su oggetti diversi: per esempio, c’è chi tende ad avere una visione globale e chi si focalizza sul dettaglio. Queste tendenze si accompagnano in modo sistematico ai tratti di personalità, in particolare lungo lo spettro autistico che abbraccia sia la popolazione con sviluppo cosiddetto tipico sia i pazienti con un disturbo diagnosticato”. Ora, conclude Burr, “il prossimo passo sarà misurare il comportamento delle pupille durante il nostro test nella popolazione clinica, che dovrebbe mostrare fluttuazioni di pupilla ancora più grandi rispetto ai partecipanti di questo studio. L’obiettivo è ambizioso, ma potrebbe avere un grande impatto e aiutare i clinici nel trovare un marcatore efficace e precoce dei disturbi dello spettro autistico”.