Home Nazionale Ricerca: Sahara era verde e popolato, Dna racconta evoluzione

Ricerca: Sahara era verde e popolato, Dna racconta evoluzione

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Roma, 27 feb. (AdnKronos Salute) – Verde e popolato. Così sarebbe apparso il deserto del Sahara a un antichissimo visitatore oltre 5 mila anni fa, secondo un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’università Sapienza di Roma. Il team ha utilizzato una tecnica innovativa di sequenziamento del Dna per ricostruire l’evoluzione della specie umana all’interno del continente africano. E i sorprendenti risultati sono pubblicati su ‘Genome Biology’.
Fino a poco tempo fa la storia dei movimenti umani attraverso il Sahara era racchiusa nei reperti archeologici riconducibili ad antichi insediamenti sahariani. Oggi gli scienziati possono ricostruirla anche esaminando il nostro genoma. Proprio questa nuova prospettiva è stata adottata dal team di ricerca internazionale coordinato da Fulvio Cruciani del Dipartimento di biologia e biotecnologie ‘Charles Darwin’ della Sapienza: è emerso che il pool genetico maschile di popolazioni nord-africane e sub-sahariane è stato plasmato da antiche migrazioni umane trans-sahariane. Lo studio costituisce un importante contributo al progresso conoscitivo sull’evoluzione umana e in particolare sul ruolo del cosiddetto ‘Green Sahara’ nel popolamento dell’Africa.
Durante l’optimum climatico dell’Olocene (tra 12 mila e 5 mila anni fa), il Sahara era una terra fertile (da cui Green Sahara) e dunque non rappresentava una barriera geografica per eventuali spostamenti umani tra l’Africa sub-sahariana e le coste mediterranee del continente. Per analizzare il popolamento di questa regione i ricercatori si sono avvalsi di una tecnica innovativa (next-generation sequencing), mappando circa 3,3 milioni di basi del cromosoma Y umano in 104 individui maschi, selezionati mediante uno screening di migliaia di campioni. Lo studio della distribuzione geografica dei diversi cromosomi Y permette infatti di evidenziare eventuali eventi demografici del passato.
Con questa analisi sono state individuate 5.966 varianti geniche (di cui il 51% mai descritte in precedenza). Studiando la variabilità genetica di queste varianti in 145 popolazioni africane ed eurasiatiche è stato poi possibile evidenziare massicce migrazioni umane avvenute sia attraverso il deserto del Sahara (prima della desertificazione) che attraverso il bacino del Mediterraneo.
“Il cromosoma Y – precisa Eugenia D’Atanasio, primo autore condiviso della ricerca – viene trasmesso dal padre ai soli figli maschi, fornendo quindi una prospettiva solo ‘al maschile’ dell’evoluzione umana recente. Il confronto dei dati dell’Y con quelli relativi al Dna mitocondriale (trasmesso lungo la linea materna) e agli autosomi (trasmessi da entrambi i genitori) ha evidenziato differenze dei due sessi nel plasmare la variabilità genetica del Nord Africa, con un contributo femminile recente riconducibile alla tratta araba degli schiavi e un contributo maschile più antico, che risale principalmente al periodo del Green Sahara”.
“Questa analisi – aggiunge Beniamino Trombetta, co-autore della ricerca – ha anche evidenziato massicci spostamenti avvenuti attraverso il bacino del Mediterraneo, che hanno coinvolto antichi movimenti di popolazioni umane dall’Europa all’Africa e viceversa, mostrando come i contatti tra queste due regioni siano sempre avvenuti fin dai tempi preistorici”. In questo studio, per la prima volta, si trova la traccia genetica di migrazioni umane trans-sahariane che erano state finora ipotizzate soltanto mediante l’analisi di cultura materiale. Obiettivo una migliore comprensione dell’evoluzione umana recente, ma lo studio apre anche la strada a nuove linee di ricerca sulla storia dell’umanità.

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