Home Nazionale Salute: gioco d’azzardo, intelligenza artificiale svela identikit di chi rischia

Salute: gioco d’azzardo, intelligenza artificiale svela identikit di chi rischia

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Roma, 6 feb. (AdnKronos Salute) – Mancanza di apertura mentale, di coscienziosità e di fiducia negli altri, ricerca di emozioni positive ed elevati tratti depressivi e impulsivi. Sono queste le caratteristiche che attestano il profilo tipico dei soggetti a rischio gambling, individuate da uno studio che sfruttato l’intelligenza artificiale, diretto dall’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Catanzaro, a cui ha partecipato l’Università della Calabria, pubblicato sul ‘Journal of Neuroscience Methods’. “I ricercatori hanno definito per la prima volta i tratti della personalità del giocatore d’azzardo patologico grazie a tecniche avanzate di intelligenza artificiale: per riuscirci – spiegano dal Cnr – sono state coinvolte alcune strutture di riabilitazione psichiatrica a Milano e a Catanzaro, allo scopo di valutare i giocatori patologici in cura”.
“Abbiamo utilizzato algoritmi di intelligenza artificiale per capire se esiste nei giocatori d’azzardo patologici uno specifico costrutto di personalità – spiega Danilo Lofaro, ricercatore presso l’Università della Calabria e coautore del lavoro – Sono stati inseriti nel calcolatore 6.000 dati relativi a 160 soggetti che non hanno mai giocato a slot machine o giochi d’azzardo e a 40 pazienti con gambling, ognuno dei quali era analizzato a seconda delle 30 caratteristiche alla base della personalità umana”.
“Nella seconda fase dell’esperimento – prosegue il ricercatore – la macchina, dopo aver processato i dati, ha identificato la miglior combinazione che permette di separare i sani dai malati. Il risultato che consente di classificare 8 gamblers su 10 è quello costituito dai seguenti sotto-tratti: bassa apertura mentale; bassa coscienziosità; bassa fiducia negli altri; ricerca di emozioni positive; elevato tratto depressivo e impulsivo. Una persona con queste caratteristiche rischia la vulnerabilità verso questa patologia psichiatrica”.
“Chi è vittima del gioco d’azzardo patologico perde la capacità di controllo delle proprie azioni e la fiducia dei propri cari, con la percezione di essere entrato in un tunnel senza via di scampo – sottolinea Antonio Cerasa, ricercatore Ibfm-Cnr – Oggi sappiamo che la causa è multifattoriale (genetica, neurobiologica e comportamentale) e conferisce alla persona una vulnerabilità di base, amplificata da fattori psicosociali come povertà o traumi biografici. La letteratura indica già che, oltre a disfunzioni cerebrali e genetiche del sistema dopaminergico, i gambler patologici hanno anche un profilo di personalità disfunzionale, sono cioè più vulnerabili alle situazioni sociali che invitano al gioco, e questo aspetto non è mai studiato finora con metodi di intelligenza artificiale”.
“L’avanzamento apportato dai modelli multivariati che abbiamo utilizzato è la conoscenza dell’esatta struttura multidimensionale del profilo di base di un giocatore. Un po’ come dire che la malattia è legata all’alterazione di uno o più geni – precisa Cerasa – La personalità è un marcatore oggettivo della funzionalità cerebrale, la cui attendibilità predittiva vale per i disturbi psichiatrici ma anche per malattie neurologiche come Parkinson e Alzheimer. Ad esempio – conclude – a parità di performance cognitive, l’estroverso pensa e usa aree cerebrali diverse dall’introverso, così come l’ansioso o impulsivo rispetto alla persona emotivamente stabile”.