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Salute: l’allarme, danni al cuore dei giovani con abuso energy drink

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Roma, 4 apr. (AdnKronos Salute) – Aumento della fibrillazione atriale e dello scompenso cardiaco tra i giovani dovuto all’abuso di energy drink. E’ quello che ha scoperto lo studio promosso dal Progetto nazionale di Prevenzione cardiovascolare Banca del cuore, durante gli screening effettuati su oltre 8mila soggetti per la campagna ‘Truck Tour Banca del cuore 2017’. Dati presentati oggi a Roma al ministero della Salute per lanciare l’edizione 2018 dell’iniziativa. “Percentuali quadruple di fibrillazione atriale e triple di scompenso cardiaco rispetto ai dati di prevalenza finora conosciuti tra i tra 18 e 40 anni”, ha avvertito Michele Gulizia, presidente della Fondazione per il Tuo cuore-Hcf Onlus che promuove l’iniziativa. “Da anni mi batto per vietare la vendita di energy drink ai minori”, chiosa Gulizia.
“Il problema degli energy drink non è legato ad una specifica marca – ha aggiunto il cardiologo – ma al loro contenuto. Hanno sostanze che inevitabilmente danno delle energie in più. I giovani abusano di queste bevande che contengono elevate percentuali di stimolanti: la taurina, la teina, la caffeina. Queste causano una maggiore attivazione del sistema simpatico, una parte del nostro sistema nervoso, che circonda il cuore. L’effetto è di aumentare quindi la frequenza cardiaca, il numero dei battiti e la pressione arteriosa, con una più facile eccitabilità del soggetto. Se poi – avverte Gulizia – aggiungiamo che questi energy drink vengono consumati insieme ai superalcolici, droghe e stupefacenti, il cocktail è micidiale e il nostro sistema cardiovascolare ne fa le spese”.
“Nella nostra analisi degli screening dello scorso anno – ha ricordato il cardiologo – abbiamo registato una così alta incidenza di episodi di fibrillazione atriale che il dato ci ha stupito e allarmato. Servirebbe una campagna come quella contro il fumo per promuovere il corretto utilizzo di queste bevande. Sono dannose, non nel soggetto che le consuma sporadicamente, ma in chi ne abusa ed è anche predisposto a patologie cardiovascolari latenti o minori”.