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Salute: microbiota organo pensante, sotto stress può aggravare depressione

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Milano, 12 ott. (AdnKronos Salute) – Non siamo soli neanche quando siamo soli. Perché all’interno del nostro intestino abita un ‘maxi condominio’ di ospiti invisibili: batteri che vivono in maniera simbiotica con l’uomo. Gli studi sull’influenza del microbiota si sono moltiplicati in anni recenti e hanno messo in luce il suo stretto legame con il cervello. Luci e ombre. Come nel caso della depressione, disturbo che in Italia colpisce oltre 2,8 milioni di persone (fonte Istat 2018), e che può essere aggravata dall’azione del microbiota in condizioni di stress, segnalano gli esperti che a Milano, domani sabato 13 ottobre, hanno voluto dedicare un convegno a quello che viene definito già nel titolo del meeting un ‘organo pensante’, insieme al cervello.
L’incontro è organizzato dall’Istituto di ricerca ‘Quantitative and Quantum Dynamics of Living Organisms – Center for Medicine, Mathematics and Philosophy Studies’, con il patrocinio della Società italiana di biologia sperimentale (Sibs) e il sostegno non condizionato di Bromatech, azienda che si occupa di ricerca e sviluppo di prodotti per la salute a base di microrganismi. I promotori anticipano uno dei temi che verrà approfondito nel corso della giornata e partono dal modo in cui si comporta il microbiota intestinale sotto stress, in situazioni come ad esempio gravidanza o eccessiva fatica fisica. Diversi studi hanno esplorato possibili meccanismi che gli garantirebbero un ‘filo diretto’ con aree cerebrali legate alle emozioni.
Gli esperti citano una tesi che riguarda una catena di eventi dall’effetto potenzialmente amplificatore per la depressione: Il microbiota, in situazioni di stress, “‘demolisce’ il triptofano, l’aminoacido di cui è fatta la serotonina”, ormone del buonumore. “In questa situazione – si legge in una nota – l’organismo ha difficoltà a produrre la serotonina perché ha una scarsa disponibilità del suo componente principale e l’umore della persona, di conseguenza, si incupisce”. Su questo e altri temi si confronteranno sabato esperti anche internazionali.
Nel corso dell’incontro si tratterà – con Massimo Cocchi, presidente della Sibs – anche di una modalità che potrebbe migliorare la diagnosi di depressione e disturbo bipolare, attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale e un esame del sangue. La nuova metodologia, spiegano i promotori del convegno, si basa sui risultati di uno studio scientifico che ha evidenziato “come uno squilibrio dei grassi presenti nella membrana cellulare delle piastrine del sangue sia associato alla depressione maggiore e al disturbo bipolare”.
I ricercatori hanno spiegato “il legame tra specifici valori e disturbi psichiatrici in ragione del fatto che questi acidi grassi determinano la viscosità della membrana cellulare e quindi l’ingresso nella cellula della serotonina, un neurotrasmettitore che ha un importante ruolo nella regolazione dell’umore. Partendo da questo presupposto – si legge ancora nella nota – alcuni studi internazionali hanno dimostrato che due veri probiotici, basati sul lactobacillus rhamnosus e sul bifidobacterium longum, sono un valido supporto in appoggio alla terapia tradizionale”.